Dal governo

Welfare/ Bellucci: «Sinergia con gli psicologi per riformare le politiche sociali e intercettare il disagio»

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«Ho accolto con estremo piacere la delegazione del Cnop, che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera aperta, dalle pagine di un quotidiano, al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiedere di collaborare a costruire una strategia di ascolto e di intercettazione dei bisogni, innanzitutto psicosociali, dei ragazzi. Un punto di vista che coincide perfettamente con gli interventi a cui il governo sta lavorando, quanto mai necessario anche, ma non solo, in considerazione dei gravissimi episodi di violenza di cui si sono resi protagonisti ragazzi giovanissimi, segnale inequivocabile di un profondo disagio diffuso e radicato». Così Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha sottolineto come l'incontro sia stato «l’occasione per ascoltare e accogliere una serie di proposte da parte del Cnop volte a potenziare nel nostro sistema territoriale, locale e nazionale la presenza delle competenze degli psicologi, quanto mai necessarie in questa fase storica, ma a nostro parere ancora di più in un’ottica di riforma e di intervento di lungo periodo. Per intercettare la violenza, l’emarginazione e i segnali di disagio sociale occorrono interventi strutturali e non più emergenziali, come purtroppo è avvenuto negli ultimi anni. L’Italia è rimasta ferma per troppo tempo e ora il governo è impegnato nel garantire la presenza dello Stato e assicurare opportunità di protezione, di crescita sana e di promozione del benessere psicologico».
L’incontro si è svolto "in un clima di piena condivisione", riferiscono dal dicastero, nella prospettiva di «realizzare un percorso di riforma delle politiche sociali, integrando al meglio le diverse figure professionali impegnate nel welfare di prossimità, operando in completa e costruttiva sinergia tra istituzioni, parti sociali, associazionismo e categorie professionali coinvolte. Siamo al lavoro da inizio legislatura per abbandonare un approccio meramente assistenzialista a favore, invece, di interventi fondati su un reale sostegno al cambiamento, alla consapevolezza di sé e all’autonomia», conclude Bellucci.


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