Dal governo
Favo: buon segno l’approvazione del Piano oncologico nazionale ma servono fondi adeguati
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«Esprimiamo apprezzamento per l’approvazione del nuovo Piano Oncologico Nazionale 2022-2027. Si tratta di un documento dettagliato e che pone un’attenzione significativa a tematiche quali l’assistenza domiciliare e la riabilitazione, che a più riprese abbiamo portato all’attenzione delle istituzioni come elementi chiave per garantire la completezza del percorso terapeutico. Al contempo, però, rileviamo che questo documento fissa soltanto le linee di indirizzo da perseguire per ridurre l’impatto dei tumori sulla società. Per confermare la volontà di svolgere la propria parte per ridurre l’epidemia dei tumori, serve che il Governo metta a disposizione adeguate coperture finanziarie». Questo il pensiero di Francesco De Lorenzo, Presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), che riunisce centinaia di organizzazioni del Terzo Settore formate prevalentemente da ex pazienti, impegnate a garantire supporto ai malati di cancro e ai loro famigliari.
Fissate le linee di indirizzo programmatiche, è dunque il momento di passare dalle parole ai fatti. «Attraverso la Mission on Cancer e il Piano europeo di lotta contro il cancro, la Commissione Europea ha chiesto a tutti gli Stati membri di impegnarsi concretamente per salvare almeno tre milioni di vite e aumentare dal 47 al 75 per cento il tasso di sopravvivenza per tutti i tumori entro il 2030», aggiunge Elisabetta Iannelli, Segretario Generale della FAVO. Traguardi che, secondo il piano d’azione stilato dalla Commissione, possono essere raggiunti agendo lungo tre direttrici: potenziando i servizi di prevenzione (quasi 4 casi di cancro su 10 sono evitabili), migliorando l’accesso anche alle terapie più avanzate e la qualità della vita di chi ha superato la fase acuta della malattia (oltre 1,2 milioni di persone in Italia). Per dare seguito a questi obiettivi, i singoli Stati membri possono contare anche su una serie di iniziative e finanziamenti messi a disposizione da Bruxelles per complessivi 4 miliardi di euro.
Sostegni che, per essere erogati, richiedono però che ogni Paese specifichi le voci di spesa necessarie per il raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano. «Fissate le linee di indirizzo con cui l’Italia intende porre in essere nel nostro Paese gli obiettivi fissati dall’Europa, è il momento di stanziare le coperture finanziarie necessarie al rispetto di ogni singola voce indicata nel Piano per rafforzare la prevenzione, incrementare la diagnosi precoce, migliorare l’accesso alle terapie e garantire a tutti i sopravviventi i servizi sanitari e sociali di cui si continua ad avere bisogno anche una volta superata la fase acuta della malattia», afferma Iannelli. Compito che spetta al Governo. «Prendiamo atto che quello guidato da Mario Draghi ha trascurato questo aspetto - precisa De Lorenzo, che fino al 2027 sarà anche alla guida della European Cancer Patient Coalition -. Speriamo che il Governo Meloni inverta la rotta e dia immediatamente seguito alle indicazioni date dall’Unione Europea». Rispetto agli anni precedenti, servono risorse aggiuntive per permettere alle Regioni di trasformare in azioni concrete tutti i propositi racchiusi nel Piano oncologico nazionale.
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