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Aifa: nuove raccomandazioni a medici di base e pediatri sull'uso degli antibiotici

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In Italia nel 2021 le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza si mantengono elevate, anche se in qualche caso sono in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Lo rilevano i dati delle due sorveglianze dell’Istituto superiore di sanità resi noti in vista della Giornata europea di sensibilizzazione del 18 novembre. "Circa 2.200 casi diagnosticati e segnalati nel 2021 - sottolinea il report - confermano la larga diffusione in Italia delle batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi, soprattutto in pazienti ospedalizzati". In ogni caso nel 2021 l’incidenza dei casi segnalati è stabile rispetto al 2020 mentre i soggetti maggiormente coinvolti sono maschi, in una fascia di età compresa tra 60 e 79 anni, ospedalizzati e ricoverati nei reparti di terapia intensiva.

A confermare i ritardi dell'Italia, ma più in generale di tutta l'Europa, sono anche gli ultimi dati diffusi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che stima ogni anno più di 670mila infezioni nell'Unione europea a causa della resistenza batterica agli antibiotici e circa 33mila decessi come diretta conseguenza di queste infezioni. Tra il 2016 e il 2020 sono stati Grecia, Italia e Romani i paesi europei con più decessi: rispettivamente 20 ogni 100mila abitanti, 19 e 13.

"Il carico sanitario della resistenza antimicrobica - spiega il Centro europeo - è paragonabile a quello dell'influenza, della tubercolosi e dell'Hiv/Aids messi insieme". Klebsiella pneumoniae è una causa comune di infezioni del tratto urinario, del tratto respiratorio e del flusso sanguigno "ed è una causa frequente di epidemie ospedaliere se non vengono prese adeguate misure di prevenzione e controllo". E restano disponibili "pochissime opzioni terapeutiche per i pazienti". Anche Escherichia coli "è una delle cause più frequenti di infezioni associate alla comunità e all'assistenza sanitaria in tutto il mondo".

"In Europa, pur a fronte di una riduzione di circa il 20% dell'uso degli antibiotici nello scorso decennio - ha confermato il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini- la situazione delle resistenze a questi farmaci si è aggravata. E l'Italia è purtroppo maglia nera per le resistenze ospedaliere". Per questo in occasione della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità, che include la Giornata europea degli antibiotici del 18 novembre, Aifa anticipa nuove "raccomandazioni sull’uso ottimale degli antibiotici", destinati alla medicina territoriale e ospedaliera e focalizzati sulle terapia mirate delle infezioni causate da batteri resistenti a multipli antibiotici nonché la traduzione italiana dell’AWaRe Antibiotic Book, appena presentato dall’Oms. "Sarà distribuita anche una versione ridotta dello stesso volume - spiegaMagrini - destinata alla medicina generale e a quella pediatrica, che approfondirà 10 sindromi infettive più frequenti d’interesse per il nostro Paese, e i cui contenuti saranno fruibili anche tramite App". Sono previsti inoltre alcuni spot informativi e verrà illuminato il palazzo dell'Aifa.

"E' un tema delicato - conclude Magrini - su cui è necessaria una consapevolezza analoga a quella del cambiamento climatico dal momento che il tasso di resistenza agli antibiotici in Italia è 7 volte maggiore di quello della Scandinavia e l'Italia si colloca al quinto posto tra i Paesi ad alto reddito per indice di resistenza a questi medicinali dopo Lettonia, Irlanda, Slovacchia e Spagna".


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