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Locatelli, semplificare prescrizione antivirali Covid e Mmg li diano a "over 80". Mascherine, continuare a tenerle al chiuso conviene. Insistere con vaccinazioni

di Red. San.

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«Che i farmaci antivirali siano sottoutilizzati è indubitabile. Oggi sono stati somministrati i due antivirali – Molnupiravir e Paxlovid - a 6.382 persone. C’è una tendenza all’incremento: nell’ultima settimana sono state trattate 1.492 persone con il Paxlovid a fronte delle 6.800 totali. Il Paese ha a disposizione, grazie all’opera del ministro e del Commissario Straordinario – 600.000 dosi più altre 200.000. Ce ne sono meno di Molnupiravir, dovuto a una sua minor efficacia. È il meccanismo di prescrizione che deve essere reso più agile, anche perché questi farmaci hanno massima efficacia se somministrati entro i primi 5 giorni dall’infezione. Aifa sta sviluppando una strategia per renderli prescrivibili anche dai medici di medicina generale, semmai attivando dei controlli sull’appropriatezza a posteriori. Credo che, tenendo conto di quello che ci siamo detti sul rischio di morte di un oltraottantenne che si infetta, se facessi il medico di medicina generale considererei questi soggetti per le terapie, ovviamente valutando le interazioni farmacologiche che non vanno sottovalutate». Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e alla guida del Cts sulla pandemia fino al 31 marzo, intervenuto alla trasmissione Che Tempo che fa.
Sul continuare con l’uso delle mascherine, «offrono indubitabilmente un vantaggio nei luoghi chiusi come i treni a lunga percorrenza, gli aerei, spettacoli cinematografici e teatrali. Detto che la scelta verrà presa del governo fra qualche giorno, credo che il vantaggio che deriva dall’uso delle mascherine superi di gran lunga il disagio minimo che l’indossarle provoca. Io al chiuso continuo a portarla», ha detto.
In generale da Locatelli è arrivato il monito che con il 31 marzo, fine dello stato d'emergenza sanitario, «la pandemia non è finita». Tutt'altro: «In Italia la circolazione virale continua a esserci, seppur la situazione epidemiologica questa settimana segna un lieve miglioramento: siamo a un 6% di casi diagnosticati in meno dall’ultima analisi della cabina di regia. Questo non vuol dire abbassare la guardia - ha detto - e bisogna assolutamente insistere sulle vaccinazioni, che sono ancora oggi lo strumento che ci consente di avere un numero limitato di casi sia nelle terapie intensive che nei posti letto di area medica. Nelle terapie intensive siamo a 465 casi, questa è la dimostrazione dell’efficacia dei vaccini». La strada indicata è procedere con le vaccinazioni: «Bisogna insistere con la campagna di vaccinazione perché esiste una quota più o meno stimabile in 4 milioni di persone che devono ricevere la dose booster per avere compiuta copertura vaccinale. Inoltre, su una platea di circa 750.000 persone con un deficit di risposta immunologica, la quarta dose, che per loro rappresenta la dose booster, l’hanno ricevuta meno del 10%. In questa settimana, c’è stato un documento che è stato firmato da me come Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, dal Presidente dell’Iss, dalla Direzione generale della Prevenzione del Ministero e dal Direttore Generale di Aifa che dava la raccomandazione per una quarta dose ai soggetti ultraottantenni, agli ospiti nelle strutture residenziali per anziani e alla fascia di età tra i 60 e 79 anni in presenza di condizioni che aumentano il rischio di sviluppare patologia grave. Ancora oggi, l’età mediana al decesso è 84 anni, quindi coprire gli ultraottantenni è assolutamente importante, come dare protezione alla fascia 60-79 anni con concomitanza di patologie come la fibrosi polmonare, il diabete e gli scompensi cardiaci gravi per esempio. Dobbiamo soprattutto trasmettere in maniera ripetuta e persuasiva il messaggio che questi soggetti devono essere sottoposti alla dose booster per conferire loro protezione. In questo senso, il ruolo dei medici di generale e degli specialisti è fondamentale», ha affermato Locatelli.


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