Dal governo

Aifa: diminuisce l'uso degli antibiotici ma serve ancora "parsimonia" per contrastare la resistenza batterica

S
24 Esclusivo per Sanità24

Nel 2020 il consumo complessivo di antibiotici in Italia è stato pari a 17,7 dosi ogni mille abitanti al giorno, con "una forte riduzione rispetto al 2019", pari a -18,2%. In tutti i mesi del 2020 consumi minori rispetto al 2019, ma il calo è stato più evidente nel periodo aprile-giugno (caratterizzato dal lockdown) e a dicembre (mese del blocco degli spostamenti tra regioni). A riceverne di più sono i bambini tra 2 e 5 anni, fascia in cui circa un su 3 riceve almeno una prescrizione di antibiotici nel corso dell'anno, e gli over 85. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto nazionale 2020 sull'uso degli antibiotici in Italia, presentato dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa).

Un calo dei consumi registrato anche nel 2021. "Nel primo semestre del 2021 - sottolinea il report - l'uso degli antibiotici erogati dalle farmacie a carico del Servizio sanitario nazionale (in assistenza convenzionata) è stato di 10,5 dosi ogni 1000 abitanti al giorno, in riduzione del 21,2% rispetto al primo semestre del 2020. Anche per quanto riguarda gli acquisti diretti (fatti dagli ospedali) si rileva una significativa riduzione, pari al 31,4%, nel primo semestre del 2021 rispetto al primo semestre 2020, ma con ampie differenze a livello regionale".

"I dati per quanto riguarda l'uso degli antibiotici mostrano una situazione italiana, europea e anche globale fortemente preoccupante, anche se con leggeri miglioramenti. Una situazione a macchia di leopardo per quanto riguarda le resistenze batteriche, per le quali l'Italia è uno dei paesi con i livelli più elevati in Europa", ha commentato Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco sottolineando che i risultati della lotta al fenomeno dell'antibiotico resistenza "sono stati francamente modesti negli ultimi anni".

Dunque, la parola d'ordine, dunque deve essere "parsimonia". "La maggior parte degli antibiotici - ha aggiunto Magrini - è usata ancora in modo inappropriato soprattutto per i pazienti più lievi, soprattutto per quanto riguarda infezioni delle vie respiratorie, sinusiti e otiti", con la conseguenza di andare a aumentare la resistenza dei patogeni a questi farmaci. E' in via di pubblicazione, ha ricordato ancora Magrini, una guida dell'Organizzazione mondiale della Sanità su come usare gli antibiotici per le diverse patologie e su cui viene specificato che "non si devono utilizzare nelle bronchiti: in questi casi, infatti, il trattamento sintomatico è normalmente largamente sufficiente". La tendenza positiva che si osserva "è la riduzione dei tempi di uso nelle patologie più gravi come le polmoniti, la durata si setta a periodi più brevi, perché come mostrano gli studi, 5 giorni di trattamento sono meglio di 10".

Nel 2020, secondo il report dell'Aifa, circa 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici e in media ogni paziente è stato in trattamento per circa 14 giorni nel corso dell'anno, con una prevalenza d'uso che aumenta all'avanzare dell'età, superando il 50% nella popolazione over 85. Oltre agli anziani, grandi consumatori di antibiotici sono i più piccoli: nel 2020 il 26,2% della popolazione italiana fino ai 13 anni ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una media di 2 confezioni per ogni bambino trattato: nel 2019 era il 40,9%. Con 692,1 milioni di euro gli antibiotici hanno rappresentato il 3% della spesa a carico del Servizio sanitario nazionale. Che si trattasse di antibiotici venduti in farmacia in regime di assistenza convenzionata o di quelli acquistati dagli ospedali, quasi l'80% delle dosi totali è stato erogato dalla sanità pubblica, (-21,7% rispetto al 2019).


© RIPRODUZIONE RISERVATA