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Covid/ Consulta: lo Stato garantisca unitarietà di azione nella sanità

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"La pandemia è stata una prova difficile per il nostro Paese, che tuttavia ha dato grande dimostrazione di sé. I cittadini, sfatando luoghi comuni duri a morire, hanno saputo accettare i pesanti ma inevitabili sacrifici dei loro diritti con un senso civico diffuso e consapevole. E anche le istituzioni, pur con un certo affanno delle strutture sanitarie, hanno trovato la forza e la capacità di far fronte a questo evento drammatico e inusitato". Lo ha dichiarato il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio all'apertura della riunione straordinaria per la presentazione della relazione sugli indirizzi della Corte nel 2020.

Per Coraggio, tuttavia, durante l'emergenza Covid, è emerso il problema dei rapporti tra Stato e Regioni. "Il potere di indirizzo, coordinamento e correzione dello Stato - ha detto - non ha funzionato sempre in modo adeguato".

"Nella sanità - ha sottolineato Coraggio - che è servizio nazionale ma a gestione regionale, serve un esercizio forte, da parte dello Stato, del potere di coordinamento e di correzione delle inefficienze regionali: il suo esercizio inadeguato non solo comporta rischi di disomogeneità, ma può ledere gli stessi livelli essenziali delle prestazioni". Insomma, la competenza esclusiva dello Stato sulla profilassi internazionale avrebbe dovuto garantire "unitarietà di azione e di disciplina".

Dal canto suo il presidente della Fnomceo, l Filippo Anelli, commenta uno dei passaggi dedicati alla sanità secondo cui "nel caso delle prestazioni sanitarie, deve essere la garanzia dei diritti incomprimibili ad incidere sul bilancio, e non l'equilibrio di questo a condizionarne la doverosa erogazione". "Parole - ha detto Anelli - che ci trovano pienamente d'accordo: la salute dei cittadini non si garantisce con calcoli ragionieristici su tagli e risparmi. Non si garantisce puntando a obiettivi economicistici, ma fissando obiettivi di salute".


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