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Coronavirus/Istat-Iss: l'11% dei decessi con test positivo non riconducibili al virus
di Er.Di.
24 Esclusivo per Sanità24
"Il Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell'89% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2, mentre per il restante 11% le cause di decesso sono le malattie cardiovascolari (4,6%), i tumori (2,4%), le malattie del sistema respiratorio (1%), il diabete (0,6%), le demenze e le malattie dell'apparato digerente (rispettivamente 0,6% e 0,5%)". E' quanto emerge dal rapporto Istat-Istituto superiore di sanità pubblicato oggi che ha analizzato 4.942 schede di morte con test positivo (il 15,6% del totale notificato fino al 25 maggio). La quota di deceduti in cui Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte varia in base all'età, raggiungendo il valore massimo del 92% nellaclasse 60-69 anni e il minimo (82%) nelle persone di età inferiore ai 50 anni.
"Covid-19 - sottolinea il rapporto - è una malattia che può rivelarsi fatale anche in assenza di concause". Non ci sono infatti concause di morte preesistenti a Covid-19 nel 28,2% dei decessianalizzati, percentuale simile nei due sessi e nelle diverse classi di età. Solo nella classe di età 0-49 annila percentuale di decessi senza concause èpiù bassa, pari al 18%.
Il 71,8% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2 ha almeno una concausa: il 31,3% ne ha una, il 26,8% due e il 13,7% ha tre o più concause.Associate a Covid-19, le concause più frequenti che contribuiscono al decesso sono le cardiopatie ipertensive (18% dei decessi), il diabete mellito (16%), le cardiopatie ischemiche (13%), i tumori (12%). Con frequenze inferiori al 10% vi sono le malattie croniche delle basse vie respiratorie, le malattie cerebrovascolari, le demenzeo la malattia di Alzheimer e l'obesità.
Le complicanze di Covid-19 che portano al decesso sono principalmente la polmonite(79%dei casi) e l'insufficienza respiratoria (55%). Altre complicanze meno frequenti sono lo shock (6%), la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) ed edema polmonare(6%), le complicanze cardiache (3%), la sepsi e le infezioni non specificate (3%).
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