Dal governo
Rapporto Sdo: nel 2016 ricoveri in calo (-2,7%), più appropriatezza
di Ro. M.
Day hospital in calo per acuti e riabilitazione, frena la lungodegenza, più appropriatezza e deospedalizzazione delle cure per la quasi totalità dei Lea, con ricoveri ancora in discesa e una diminuzione del 2,7% del numero complessivo di dimissioni. Sono i trend rilevati dal «Rapporto sull'attività di ricovero ospedaliero, dati Sdo anno 2016» pubblicato dal ministero della Salute. . Sono i trend rilevati dal «Rapporto sull'attività di ricovero ospedaliero, dati Sdo anno 2016» pubblicato oggi dal ministero della Salute.
Cali più rilevanti soprattutto per l'attività di riabilitazione in regime diurno (-6,4% per le dimissioni e -3,3% per il numero di accessi), per l'attività per Acuti in regime diurno (-5,7% per le dimissioni e -6,4% per il numero di accessi) e la lungodegenza (-5,3% per le dimissioni e -4% per il numero di giornate) . Trend che in parte testimoniano una progressiva deospedalizzazione, per tutti i 108 Drg Lea, con un miglioramento dell'appropriatezza organizzativa e dell'efficienza nell'uso delle risorse ospedaliere.
«La riduzione più consistente - si legge nel Rapporto - si osserva per l'attività di riabilitazione in regime diurno (-6,4% per le dimissioni e -3,3% per il numero di accessi), poi per l'attività per Acuti in regime diurno (-5,7% per le dimissioni e -6,4% per il numero di accessi) e la lungodegenza (-5,3% per le dimissioni e -4% per il numero di giornate). Più contenuta appare la riduzione osservata per gli Acuti in regime ordinario (-1,7% per le dimissioni e -1,5% per le giornate) ed infine per la Riabilitazione in regime ordinario (il numero di dimissioni è sostanzialmente sovrapponibile all'anno precedente, mentre il numero di giornate si riduce del 1,3%) si osserva una significativa deospedalizzazione, con un miglioramento dell'appropriatezza organizzativa e dell'efficienza nell'uso delle risorse ospedaliere».
Il tasso di ospedalizzazione diminuisce sia per gli acuti sia guardando all’andamento complessivo. Con una discreta variabilità regionale, il tasso di ospedalizzazione per Acuti si riduce da 129,9 a 126 dimissioni per 1.000 abitanti, articolato in 95 dimissioni (per 1.000 abitanti) in regime ordinario e 31 in regime diurno (nell'anno precedente i valori erano, rispettivamente, 97 e 32,9 dimissioni per 1.000 abitanti). Il trend del tasso di ospedalizzazione, standardizzato per età e sesso mostra un andamento decrescente, che interessa sostanzialmente l'attività per Acuti, sia in regime ordinario che diurno, che passano, rispettivamente, da 115,8 e 48,8 per mille abitanti nel 2010 a 95 e 31 nel 2016. Il tasso di ospedalizzazione complessivo si riduce da 171,9 per mille abitanti nel 2010 a 132,5 nel 2016.
Migliora l’appropriatezza e
si rafforza il Day hospital
Gli indicatori dell’appropriatezza, secondo il rapporto, sarebbero positivi con un rafforzamento del Day hospital in molte aree finora considerate borderline. «L'appropriatezza del ricovero ospedaliero migliora ulteriormente - spiegano i tecnici del ministero della Salute - come indica l'andamento dei ricoveri afferenti ai Drg a rischio di inappropriatezza se erogati in Regime di ricovero ordinario».
In particolare, si osserva un aumento della percentuale di regime diurno in 45 dei 108 Drg a rischio inappropriatezza; inoltre, fra i restanti 63 Drg, ulteriori 51 Drg, pur presentando una quota di Regime diurno inferiore rispetto al 2015, sono caratterizzati da una riduzione del volume di ricoveri ordinari: in media la riduzione osservata è pari a 6,3%; infine, il report rileva che 98 Drg mostrano una riduzione del numero totale di ricoveri erogati rispetto all'anno precedente. «Complessivamente, quindi - conclude il ministero - per i 108 Drg Lea si osserva una significativa deospedalizzazione, con un miglioramento dell'appropriatezza organizzativa e dell'efficienza nell'uso delle risorse ospedaliere».
Mobilità interregionale quasi costante
Sulla mobilità interregionale non ci sono variazioni rilevanti. L’ammontare complessivo è infatti in graduale riduzione, passando da 30,9 miliardi di euro nel 2010 a 28,6 miliardi nel 2016 con la componente per Acuti in regime ordinario ovviamente preponderante e a seguire la componente per Acuti in regime diurno e per Riabilitazione in regime ordinario. In generale, prevale un andamento costante con qualche variazione. Il valore si mantiene intorno all’ 8% per l'attività per Acuti in regime ordinario e diurno, è del 15% per l'attività di riabilitazione in regime ordinario, del 10% per l'attività di riabilitazione in regime diurno, e del 5% per l'attività di lungodegenza. Più in dettaglio, la mobilità per Acuti in regime ordinario passa dal 7,4% nel 2010 al 8,2% nel 2016, la mobilità per Acuti in regime diurno passa dal 7,4% nel 2010 al 9,1% nel 2016; la mobilità per riabilitazione in regime ordinario passa dal 14,7% nel 2010 al 16,3% nel 2016, mentre la mobilità per riabilitazione in regime diurno è pari al 9,2% nel 2010, tocca un massimo di 11,8% nel 2012 e si attesta al 9,3% nel 2016. Infine, la mobilità per lungodegenza è pari al 4,7% nel 2010 e, con piccole oscillazioni, si attesta al 4,9% nel 2016.
Al netto di una fisiologica mobilità di confine, il report sottolinea come «un elevato indice di fuga potrà essere dovuta a carenze dell'offerta assistenziale, mentre un elevato indice di attrazione potrà essere dovuto alla presenza di centri di eccellenza per particolari patologie, o più in generale ad una assistenza sanitaria ritenuta qualitativamente migliore (ad esempio, in termini di efficacia, di tempi di attesa etc.)»
Remunerazione in discesa graduale
In discesa anche la remunerazione teorica. Analizzando il trend 2010 – 16, per tipo attività e regime di ricovero, si osserva una graduale riduzione dell'ammontare complessivo, che passa da 30,9 miliardi di euro nel 2010 a 28,6 miliardi nel 2016; la componente per Acuti in regime ordinario risulta ovviamente preponderante, con, a seguire, la componente per Acuti in regime diurno e per Riabilitazione in regime ordinario. Più in dettaglio, per il 2016 la remunerazione complessiva si attesta a circa 26,1 miliardi di euro per l'attività per Acuti (di cui 23,5 miliardi di euro in regime ordinario e 2,6 miliardi di euro in regime diurno), circa 2,1 miliardi di euro per l'attività di Riabilitazione (di cui 2 miliardi di euro in regime ordinario e 91 milioni di euro in regime diurno), e circa 428,9 milioni di euro per l'attività di Lungodegenza, per un totale di circa 28,6 miliardi di euro complessivi. Fra il 2015 ed il 2016 si osserva, per il totale della remunerazione, una diminuzione di circa lo 0,8%.
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