Dal governo
Specializzazioni mediche, Lorenzin firma il decreto interministeriale: in arrivo 6.105 contratti. Anaao giovani: «Scelta sconsiderata»
di Rosanna Magnano
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha firmato oggi il decreto che determina il numero complessivo di contratti di formazione medica specialistica a carico dello Stato per l'anno accademico 2016/2017. I contratti finanziati saranno 6.105. Il numero di contratti, come ogni anno, è stato determinato tenendo conto del tasso del turnover dei dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale, del fabbisogno regionale e della percentuale di copertura di tale fabbisogno con i contratti di formazione già attribuiti.
I 6.105 contratti vengono così ripartiti tra le tre aree funzionali: l'area funzionale di chirurgia conta 1.510 contratti; l'area funzionale dei servizi 1.891 contratti; l'area funzionale di medicina 2.704 contratti. Il decreto dovrà essere firmato anche dal ministro dell'Istruzione, università e ricerca mentre è già stato firmato dal ministro dell'Economia e delle finanze.
Il numero è ancora ampiamente inferiore alle borse disponibili per lo scorso anno accademico (6.725 contratti) ma per avere la cifra defintiva bisognerà aspettare la ricognizione che il Miur effettuerà sulle disponibilità dei posti in capo alle regioni. Tuttavia è probabile che neanche il numero finale complessivo potrà soddisfare la categoria, che da tempo chiede un c0ngruo aumento delle disponibilità.
Commenti di fuoco dall’Anaao giovani: «Se i numeri sono questi - sottolinea il responsabile nazionale di Anaao giovani Domenico Montemurro - ancora una volta i ministeri competenti e il Mef non hanno accolto le richieste dei sindacati di categoria e della Fnomceo in quanto più volte è stata evidenziata la necessità, dopo calcoli sui fabbisogni, di almeno 7-8mila contratti di specializzazione. Fermarsi a 6.105 è una scelta sconsiderata, anche tenendo conto del fatto che già ora abbiamo una grave carenza di medici specialisti e un numero basso di contratti di specializzazione non potrà certo sopperire ai fabbisogni che si verranno a creare con l’ondata di pensionamenti dei prossimi tre o quattro anni».
Siamo quindi ben lontani dalla soluzione dell’imbuto formativo. «Basta pensare che al test per la laurea in medicina - conclude Montemurro - si presenteranno in 66mila per 9mila posti. Questo significa che dopo il 2022 si incrementerà il numero dei disoccupati . Si auspica a questo punto che le regioni incrementino la loro quota parte e che riparta il confronto con le regioni stesse sui teaching hospital della rete formativa».
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