Dal governo
Sanità, dal 2000 la spesa per i dipendenti è crollata del 22% rispetto alle uscite totali del Ssn. Lo certifica la Ragioneria
di r.tu.
La debacle del personale. Oltre il 20% in meno dal 2000 al 2016. Per passare da un'incidenza del 39,8% a quella del 31% sulla spesa sanitaria totale. Crollano i redditi da lavoro dipendente nel Ssn, che intanto tra il 2011 e il 2016 hanno fatto registrare un tasso di variazione medio annuo in calo dell'1,3% . Il peggiore di tutti i settori della spesa sanitaria pubblica. Colpa del blocco del turn over nelle regioni sotto piano di rientro e dei tagli autonomamente decisi nelle altre regioni. E non solo. Questo mentre i consumi intermedi, ad esempio, sono schizzati all'insù dal 18,7 al 28% nello stesso arco di tempo.
Il Rapporto della Ragioneria. Mentre impazza l'attesa per il rinnovo dei contratti, è la Ragioneria generale dello Stato a certificare una volta di più la debacle che sotto i colpi di maglio della crisi sta colpendo la dipendenza Ssn. Un check che arriva dal Monitoraggio 2017 della spesa sanitaria del Rapporto n. 4 appena pubblicato.
Spesa e Pil. Che parte dall'amara constatazione del «forte rallentamento» fatto segnare dalla dinamica della spesa sanitaria corrente: «a fronte di un tasso di crescita medio annuo del 7,4% nel quinquennio 2001-2005, il tasso di crescita del quinquennio successivo scende al 3,1%», annota la Ragioneria. Aggiungendo che «tale andamento si è ulteriormente consolidato nel periodo 2011-2016, dove la spesa sanitaria registra un tasso di variazione medio annuo leggermente negativo pari a -0,1%». Non senza però precisare che «il contenimento della dinamica della spesa sanitaria ha consentito, fra l'altro, la sostanziale stabilizzazione della spesa in rapporto al PIL, nonostante le dinamiche di crescita fortemente ridimensionate per effetto della crisi economica». Così, tra il 2000-2007 «la spesa sanitaria è cresciuta in rapporto al Pil in misura significativa, passando dal 5,5% al 6,4%, pur in presenza di una dinamica di crescita del denominatore del 3,8% medio in termini nominali annuo in termini nominali». Dal 2008 invece il tasso di crescita del Pil nominale «è risultato molto più contenuto e addirittura negativo in alcuni anni. Nonostante ciò, la contenuta dinamica della spesa sanitaria non è sufficiente a evitare che la stessa cresca in rapporto al Pil attestandosi al 7,1%, negli anni più acuti della crisi. Dal 2011 - aggiunge ancora la Rgs - il rapporto scende di qualche decimo di punto percentuale e, nonostante la bassa crescita economica mediamente registrata nel periodo, arriva al 6,7% nel 2016».
Redditi da lavoro dipendente. La spesa per i redditi da lavoro dipendente, scrive la Rgs, rappresenta, nel 2016, il 31% della spesa complessiva. Per pecisare ancora che «tale percentuale risulta sensibilmente ridotta rispetto a quella del 2000 (39,8%), segnalando pertanto una dinamica inferiore a quella media. In particolare, il tasso di variazione medio annuo della spesa per i redditi da lavoro dipendente si attesta mediamente al 4,7% nel periodo 2001-2005, passa al 2,1% nel periodo 2006-2010 e al -1,3% nel periodo 2011-16 ».
Perché la debacle. Il contenimento della dinamica dell'aggregato, spiega il Rapporto Rgs, «è sostanzialmente determinato dagli effetti delle politiche di blocco del turn over attuate dalle Regioni sotto piano di rientro e dalle misure di contenimento della spesa per il personale portate avanti autonomamente dalle altre Regioni». Senza scordare che negli anni più recenti, la dinamica dell'aggregato risente, in via aggiuntiva, del blocco delle procedure contrattuali nonché della previsione di un limite al riconoscimento di incrementi retributivi al personale dipendente, che non può eccedere il livello vigente nel 2010, fatto salvo il riconoscimento dell'indennità di vacanza contrattuale». Per inciso, ricorda la Rgs, la spesa per il personale dipendente nel 2016 è stata di 34,9 mld, in riduzione dello 0,5% rispetto al 2015.
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