Dal governo

Hiv e Aids, pronto il Piano nazionale 2017-2019

di Barbara Gobbi

Anteprima. Stanare il virus. Sembra essere questa la parola d’ordine del nuovo Piano nazionale di interventi contro Hiv e Aids, inviato dal ministero della Salute alle Regioni per l’Intesa in sede di Conferenza. L’obiettivo prioritario, nel triennio in cui il Piano sarà vigente, è infatti ottenere l’incremento dei casi diagnosticati e mantenuti in cura fino al raggiungimento del 90% delle persone che vivono con Hiv/Aids (Plwha); l’attivazione di un percorso diagnostico terapeutico definito in almeno l’80% dei Centri clinici deputati all’assistenza alle persone con Hiv/Aids; il mantenimento di livelli di viremia tali da restare al di sotto del 5% i fallimenti virologici/anno; la riduzione a meno del 5% della perdita di contatto, da parte dei Centri clinici, con i pazienti seguiti dai centri; il dimezzamento delle diagnosi tardive e - infine - l’allineamento con l’“action plan” dell’Organizzazione mondiale della Sanità e dell’Unione europea.

Il nuovo Piano guarda con decisione alle azioni di prevenzione «altamente efficace», basata cioè sulle evidenze scientifiche e «ancorata a principi e azioni che oltre a comprendere le campagne di informazione, l’impiego degli strumenti di prevenzione e gli interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti, si estendano all’uso delle terapie Arv come prevenzione». La nuovaprogrammazione triennale dovrà poi puntare dritto contro la stigmatizzazione che ancora affligge le persone con una malattia che, a distanza di 25 anni, è caratterizzata da profonde variazioni epidemiologiche e e socio-assistenziali. Ciò malgrado, ricordano di estensori del Piano, il numero delle infezioni è rimasto stabile.

La comunicazione riveste allora un ruolo fondamentale, a partire dal mondo giovanile ma passando anche per una strategia mirata: uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, persone che utilizzano sostanze, detenuti, sex workers, persone transgendere e persone che afferiscono al centro Ist. Una ricetta ad hoc riguarda migranti e persone che vivono con Hiv e loro partner. Per ogni categoria il Piano presenta delle chede, con la descrizione della criticità, interventi proposti e indicatori di risultato.

Idem per il capitolo sulla presa in carico, la cura e l’assistenza, il quadro normativo e le «situazioni cui porre attenzione». Non manca il richiamo ai nuovi Livelli essenziali di assistenza: «il mantenimento del diritto all’esenzione appare indispensabile», si legge nella bozza di Piano triennale, così come «il mantenimento dell’attuale quadro legislativo sull’assistenza a domicilio alle persone con Hiv».


© RIPRODUZIONE RISERVATA