Dal governo
De Luca e Oliverio saranno commissari
di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore del 24 novembre)
I governatori Vincenzo De Luca e Mario Oliverio potranno essere i commissari di sé stessi per la sanità in Campania e in Calabria. Il Governo fa solo un apparente mezzo passo indietro ma tiene ferma nella sostanza la "norma De Luca" che già l'altro ieri ha fatto scoppiare una bufera in Parlamento dove alle accuse e ai voti contrari dell'opposizione - con M5S («è una marchetta clientelare»), Sinistra italiana e Lega in prima fila - s'è aggiunto il malumore di molti deputati del Pd e di altri della maggioranza contro quello che è considerata uno "scambio ad personam" del Governo al presidente della Campania, considerato un potenziale grande portatore di voti, cioè di "sì", al referendum di domenica 4 dicembre.
Altra bufera. Una bufera che si è ripetuta ieri in commissione Bilancio alla Camera nelle votazioni della legge di Bilancio 2017, ma inutilmente. Il Governo è andato avanti nonostante anche al suo interno ci siano state non poche perplessità. L'ordine di scuderia era di non cedere, sebbene con una riformulazione dell'emendamento della discordia a prima firma della deputata napoletana del Pd, Assunta Tartaglione, riformulato dal relatore Mario Guerra che mette dei paletti per il controllo dell'attività dei governatori-commissari di asl e ospedali in due regioni dove la sanità è particolarmente disastrata.
Governo non si ferma. Inutili gli inviti al ritiro dell'emendamento dei grillini e di tutta l'opposizione. Inutile il mal di pancia di molti deputati Dem. Il Governo è andato avanti. Inutile l'annuncio dell'astensione di Bruno Tabacci di Centro democratico («è un errore politico») e di Giovanni Monchiero di Scelta civica, ex manager piemontese di asl e ospedali. Evidentemente però il dado era tratto e le raccomandazioni arrivate dal gruppo Dem della Camera a sostenere l'emendamento riformulato sono diventate un preciso e inderogabile indirizzo di voto in commissione Bilancio. Che hanno portato all'approvazione dell’“emendamento De Luca-bis”.
Verifiche semestrali. Accadrà così che i due governatori - De Luca, appunto, ma anche Oliverio - saranno commissari ad acta per la sanità in virtù della disapplicazione della norma della legge di Stabilità per il 2015, che proprio per necessità di trasparenza aveva impedito ai presidenti nominati dal 2015 di assumere quell'incarico, che oggi riveste soltanto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, eletto però l'anno prima. Tutto spazzato via, si torna invece indietro. Anche se con un limite: i tavoli tecnici del Governo verificheranno ogni sei mesi l'equilibrio dei bilanci sanitari delle due Regioni e l'effettiva applicazione ed erogazione dei Lea (i livelli essenziali di assistenza sanitari), producendo una relazione ai ministri dell'Economia e della Salute da trasmettere Consiglio dei ministri. In caso di riscontro negativo e di mancata attuazione, in tutto o in parte, dei piani di rientro dai disavanzi il Consiglio dei ministri potrà nominare un nuovo commissario ad acta, estromettendo i governatori commissari. Lo potrà fare in forza dell'articolo 120 della Costituzione: ma, se passasse il referendum costituzionale, sarà il nuovo Senato ad esprimersi. Un Senato dove a decidere saranno le regioni. Insomma, una norma scivolosa, quanto meno.
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