Dal governo
Legge di Bilancio le Regioni studiano le ipotesi sul piatto. Toti: «Manovra preoccupante». Garavaglia: «Per noi il Fondo è a 113 miliardi»
di Barbara Gobbi
24 Esclusivo per Sanità24
Una manovra «abbastanza preoccupante» per come si sta delineando. Anche se «ovviamente e seriamente aspettiamo di vedere il testo per proporre i nostri emendamenti ed esprimere una valutazione più compiuta». In assenza del presidente Stefano Bonaccini, impegnato all’estero, è il vicepresidente dei governatori Giovanni Toti a sintetizzare la riunione della Conferenza delle Regioni. E a rinviare, per una posizione ufficiale, ai prossimi appuntamenti del 20 e del 27 ottobre. Quando le cifre sulla legge di Bilancio 2017 saranno certamente più chiare.
Sulla base dei risultati e delle carte prodotte nei vertici informali con il Mef e con la presidenza del Consiglio, i governatori qualche idea se la sono fatta. E se sulla Sanità permane il balletto di cifre che non sposta oltre il miliardo e mezzo (ma 500 milioni sarebbero dovuti alle regioni a statuto speciale) l’aumento del Fondo sanitario nazionale, oggi ci si è concentrati soprattutto sulle ipotesi di tenuta complessiva del sistema. Che significano, per le Regioni, “sanità” ma anche “trasferimenti”. Quote fissate nella ultima manovra, ma che il Governo potrebbe amche decidere di rivedere al ribasso, andando a incidere sulla carne vova delle prestazioni sociali. Da qui, l’affermazione di Toti, al termine della riunione: «Abbiamo valutato alcuni strumenti tecnici che stiamo negoziando con il Mef su alcune poste di bilancio delle regioni che tali devono restare».
Più netto il coordinatore degli assessori alle Finanze, Massimo Garavaglia. Che fino a prova contraria - cioè finché non potrà leggere le cifre scritte dai Consigli dei ministri di domani sera e di giovedì prossimo - resta fermo su un Fsn 2017 a 113 miliardi. «A legislazione vigente e in particolare sulla base della Nota di aggiornamento al Def che lascia le risorse invariate a 113 mld - spiega - abbiamo fatto una serie di richieste al Governo. Nel caso in cui l’asticella, come si legge sui giornali, dovesse abbassarsi, facciamo presente che ci sarebbe una serie di criticità: dai nuovi Lea, che sono finanziati per la metà, a un’potesi di contratti, ai farmaci innovativi che non sono “coperti”. Più altro ancora: e nel totale non basterebbero neanche quei 2 miliardi in più. Perciò sulla parte sanitaria chiediamo al Governo di sottoscrivere quanto ha scritto nel “nuovo Def “che ha portato in Parlamento appena 2 settimane fa. Per la parte non sanitaria, voglio ricordare che il comparto Regioni a legislazione vigente dovrà contribuire alla finanza pubblica, secondo la spending review, per oltre 9 miliardi nel solo 2017 . A questa cifra già notevole potrebbero aggiungersi 2,6 miliardi di “spending”, inseriti nella tabella che ci ha illustrato il ministro dell’Economia Padoan... In quali capitoli li piazzeranno?». Garavaglia tende a escludere che la Sanità possa essere ancora nella morsa del risparmio. Infine si toglie un ultimo sassolino: quei rinnovi contrattuali che gli competono molto da vicino, anche in quanto coordinatore del Comitato di settore Sanità. «Abbiamo letto dai giornali un’ipotesi di stanziamento di circa 900 milioni, che sono meno dello +0,5% lordo del monte salari. Se un capoazienda propone un aumento del genere ai suoi dipendenti, questi si infuriano. Del resto, se questa sarà la scelta di Renzi, le Regioni ne prenderanno atto: se il governo mette sul piatto uno 0,5% del monte salari lordo, le Regioni metteranno altrettanto».
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