Dal governo

Lorenzin: «Per il 2017 tesoretto da 1,5 miliardi in più per la sanità». L’assessore Garavaglia e i sindacati scettici sulle risorse

di Barbara Gobbi

«Un miliardo e mezzo di euro in più da spendere per la Sanità e da destinare allo sblocco del turnover e ai farmaci innovativi». È un mini-annuncio bomba quello arrivato ieri dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che ieri intervenendo alla trasmissione Ballarò ha parlato di un «tesoretto» che sarebbe nell’aria dopo calcoli fatti con la Ragioneria Generale dello Stato. La ministra ha tenuto a precisare che si tratta di cifre non ufficiali, collegate al Pil e all’andamento generale dell’economia. Certo è che le variabili cui è appeso il tesoretto sono almeno tre: la verifica di marzo con l’Ue, la trattativa sulle clausole di salvaguardia e il prossimo Def.

Positivo il commento a caldo del presidente dei governatori Stefano Bonaccini: «Ovvio che le parole della ministra della Salute sarebbero un’ottima notizia. Del resto ho apprezzato il lavoro del Governo sulla Legge di Stabilità - ha proseguito Bonaccini - perché per l’anno in corso c’è stato un aumento di risorse, visto che da 109,7 miliardi siamo passati a 111 e la matematica non può essere un’opinione. Ma ho anche sempre detto che per i prossimi anni il Fondo nazionale merita di essere aumentato, poiché occorre rispondere a nuove esigenze e necessità».
Non tutte le Regioni però sposano la linea dell’ottimismo. A cominciare dal coordinatore degli assessori alle Finanze e titolare al Bilancio in Lombardia Massimo Garavaglia, impegnato proprio in queste ore a limare l’Intesa con il Governo sui tagli 2016, che la legge di Stabilità chiedeva per la verità di definire entro il 31 gennaio scorso. «Certo è che le risorse, aumentate di appena un miliardo rispetto al 2015, sono all’osso già per quest’anno - afferma Garavaglia -. Voglio ricordare che il Fsn 2016, di cui abbiamo appena definito il riparto, ammonta nel complesso a 111 miliardi, cifra decisamente inferiore a quella stabilita nel Patto per la Salute, che nel luglio 2014 fissava l’asticella a 115,4 miliardi per poi vedere una ulteriore diminuzione delle risorse, con il Dl Enti locali, a 113,1 miliardi. Il nostro Ssn, per sopravvivere, ha bisogno di almeno 2 miliardi in più nel 2017 e nel 2018. Altro che tesoretto».

Scettici anche i sindacati medici: «Il ministro non è nuovo ad annunci sul finanziamento della sanità, puntualmente però poi smentiti dai fatti. Ci auguriamo stavolta abbia ragione», commenta Costantino Troise, segretario dell’Anaao Assomed, sindacato dei medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale».«Speriamo non sia l’ennesimo annuncio smentito dai fatti, come già accaduto negli ultimi anni», gli fa eco, tranchant, il segretario di Fp Cgil Medici Massimo Cozza, impegnato con gli altri sindacati medici nella mobilitazione che porterà allo sciopero del 17 e 18 marzo prossimi.

Drizzano le orecchie i consumatori, che rilanciano con una serie di proposte: «Il tesoretto da 1,5 miliardi di euro annunciato da Lorenzin deve essere utilizzato prima di tutto per aumentare i posti letto e compensare gli assurdi tagli lineari nel settore della sanità operati negli ultimi anni».

Non può che essere benvenuta la speranza della ministra di rimpinguare i fondi del Ssn e la sua passione per la sanità pubblica. Vale però la pena ricordarle che in altri tempi, al solo sentir pronunciare la parola “tesoretto”, inorridiva e ricordava al cronista che “la parola tesoretto porta male, non la pronuncerò mai” (sic). Appunto, meglio evitarla. E parlare al tempo giusto, a cose fatte. Se e quando si faranno. Con tutto il rispetto per la passione e l’impegno. Ma la politica degli annunci è meglio lasciarla ad altri. Sempreché funzioni. (r.tu.)


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