Aziende e regioni

Il contributo dell’innovazione digitale alla sostenibilità del sistema sanitario: evidenze da telehomecare e telecardiologia

di Marta Marsilio *, Martina Pisarra *, Letizia Magnani *, Valeria Calcaterra **, Gianvincenzo Zuccotti ** ***

S
24 Esclusivo per Sanità24

La digitalizzazione in sanità sta diventando centrale per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 dalle Nazioni Unite, perché potenzialmente in grado di dare una risposta efficace ai tre pilastri della sostenibilità: sociale, ambientale ed economico.
La telemedicina, anche grazie ai forti investimenti del Pnrr, è ormai “di casa” all’Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano, che l’ha colta come sfida e opportunità, declinandola in diverse iniziative per i piccoli pazienti. Dalla collaborazione tra il Dipartimento di Pediatria del Buzzi e il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano, sono stati analizzati a 360 gradi gli impatti di due esperienze di telemedicina, con la volontà di tenere in considerazione il punto di vista di tutte le parti in causa, non solo i piccoli pazienti e i loro genitori, ma anche il personale sanitario, l’ospedale e la società nel suo complesso.
Il primo caso consiste in un sistema innovativo di telecardiologia pediatrica. L’iniziativa ha coinvolto tre ambulatori di pediatri di libera scelta che operano sul territorio, a cui sono stati forniti alcuni tablet integrati con elettrocardiografi digitali. Il tracciato Ecg effettuato in ambulatorio dal pediatra viene trasmesso alla piattaforma di telemedicina ospedaliera del Buzzi, dove viene refertato dallo specialista, il cardiologo pediatrico dell’ospedale. Il referto è poi consultabile sia dal pediatra di libera scelta che dal genitore: l’esame Ecg diventa così disponibile nel contesto di cure primarie, evitando a pazienti e caregiver di recarsi in ospedale.
I risultati della ricerca su 158 pazienti evidenziano come l’esperienza di telemedicina abbia impatti positivi su tutte le dimensioni di sostenibilità e su tutti gli stakeholder. Dal punto di vista sociale, la telemedicina mostra risultati clinici del tutto confrontabili alle cure “tradizionali”, aumentando sia l’accessibilità per i pazienti in termini di riduzione delle liste d’attesa (al Buzzi, il progetto ha permesso di liberare 2 giorni di agenda cardiologica alla settimana), sia l’appropriatezza (solo il 5% degli Ecg refertati presenta anomalie che hanno richiesto un approfondimento da effettuare in ospedale). Il 90% dei genitori e il 100% dei professionisti sanitari si dichiara “soddisfatto” dell’esperienza.
Dal punto di vista economico, la telemedicina offre un risparmio per famiglia di circa 30 euro, e ha un impatto non trascurabile anche per l’ambiente, con una riduzione di 3,23 kg delle emissioni di CO2, grazie alla diminuzione degli spostamenti casa-ospedale. Considerando i costi della tecnologia e della formazione sostenuti dal sistema pubblico e assumendo un periodo di valutazione di 5 anni, ogni Ecg “spostato” sul territorio permetterebbe al sistema nel suo complesso (sistema sanitario e famiglie) di risparmiare complessivamente circa 50 euro. Ipotizzando solo gli Ecg effettuabili per i pazienti del Buzzi, si tratterebbe di circa mezzo milione di euro in 5 anni. Una prospettiva interessante, dato che solo in Lombardia si effettuano ogni anno 1,7 milioni di Ecg per bambini e adulti.
Nel secondo caso, con l’ausilio di un dispositivo digitale messo a disposizione dei genitori, si è sperimentato un percorso di dimissioni anticipate dei piccoli pazienti ricoverati al Buzzi per specifiche patologie. I bambini dimessi vengono monitorati giornalmente dai medici dell’ospedale mediante televisite, con i genitori che utilizzano il dispositivo per raccogliere i parametri necessari alla valutazione da parte del medico mentre il piccolo paziente si trova “comodamente” a casa propria.
Su 102 pazienti partecipanti allo studio, la degenza è stata ridotta in media di 2 giornate e nessuno dei bambini dimessi ha avuto bisogno di rientrare in ospedale. In questo modo, si aumenta la disponibilità di giornate di ricovero. L’esperienza di dimissioni anticipate supportate dalla tecnologia, inoltre, ha avuto un buon riscontro sia da parte dei professionisti (il 96%) che dei genitori (il 100%). Il singolo nucleo familiare risparmia circa 37 euro grazie alla telemedicina e contribuisce a ridurre di 6,65 kg le emissioni di CO2. Si conferma anche in questo caso il ritorno economico positivo sull’investimento iniziale: complessivamente, il sistema sanitario regionale risparmia circa 664 euro per ciascun paziente che viene gestito con questo approccio. Ipotizzando solo i pazienti potenzialmente trattabili dal Buzzi, si tratterebbe di circa mezzo milione di euro in 5 anni.
Le incoraggianti evidenze della valutazione di entrambi i progetti rappresentano una preziosa bussola per le aziende sanitarie e per i decisori pubblici, perché facilitano una pianificazione lungimirante delle risorse da mettere in campo per permettere la scalabilità delle iniziative di telemedicina, tanto per l’integrazione ospedale-territorio, quanto per migliorare i servizi ospedalieri.

* Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Economia Management e Metodi Quantitativi
** Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche
*** Dipartimento di Pediatria, Ospedale dei Bambini Buzzi


© RIPRODUZIONE RISERVATA