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G7 Salute/ Acquaroli (Marche), «Stiamo ricostruendo una sanità che lavori in rete tra ospedali e territorio»

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«Ancona e le Marche sono oggi la capitale della sanità mondiale e tanti ospiti internazionali si sono ritrovati qui per affrontare le sfide del futuro in questo campo. Credo che questo debba essere motivo di grande orgoglio per la nostra regione ma allo stesso tempo è una grande responsabilità sotto molteplici punti di vista». Lo ha detto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, rispondendo ai giornalisti a margine dei lavori del G7 Salute alla Mole Vanvitelliana di Ancona.
Tanti i temi trattati nel corso della giornata di lavori della riunione interministeriale che il Governo ha voluto organizzare nelle Marche, tra i quali la resistenza antimicrobica, legata anche al cambiamento climatico, e gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo in relazione ad essa, secondo l’approccio One Health (il riconoscimento secondo cui la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente); la capacità di produzione farmaceutica in Africa, l’architettura sanitaria globale, il tema della prevenzione lungo tutto il corso della vita in relazione all’invecchiamento sano e attivo, con particolare attenzione all’uso dell’intelligenza artificiale in campo sanitario.
«Ieri - ha proseguito il presidente - l’arrivo a Numana degli ospiti delle delegazioni internazionali è stato un momento molto bello e significativo. Accoglierli in una delle location più suggestive e caratteristiche delle Marche ci ha reso orgogliosi. Certamente questa è un’occasione che serve anche per promuovere la nostra regione. Riguardo alla sanità marchigiana, nonostante tutte le criticità post Covid e del momento storico che stiamo vivendo in generale in tutto il Paese, che purtroppo dipendono da tante variabili e non tutte riconducibili naturalmente al nostro operato – ha puntualizzato Acquaroli – si può affermare che si tratta di una sanità che ha sicuramente prodotto risultati importanti. Le Marche sono una regione che storicamente si pone tra le prime a livello nazionale per il rispetto dei Lea (Livelli essenziali di assistenza); è una regione benchmark, che quindi unisce la qualità dei servizi all’equilibrio dei conti. Per due anni consecutivi abbiamo avuto il migliore ospedale pubblico d’Italia, con il riconoscimento di Agenas verso l’ospedale di Torrette di Ancona, e, soprattutto, laddove anche oggi uno dei temi principali è l’invecchiamento sano e attivo, la nostra è una regione che ha questa componente nel suo Dna, rendendola di fatto una delle regioni più longeve d’Europa; inoltre, abbiamo l’Inrca, l’unico istituto nazionale per la ricerca in campo geriatrico riconosciuto a livello pubblico».
Ricordando che l’emergenza sanitaria è stato un momento drammatico a livello globale, il presidente ha poi evidenziato quanto ciò abbia comportato «una gestione complessa, difficile, a cui il nostro sistema ha reagito benissimo. Anche in quella occasione - ha proseguito - si è mostrato uno dei migliori sistemi a livello nazionale e per questo bisogna ringraziare gli operatori per tutto ciò che hanno fatto in quel momento e per tutto ciò che stanno facendo oggi nel recupero di quella fase così complessa. La pandemia ci ha insegnato che la sanità non è solo negli ospedali – ha concluso Acquaroli – che devono essere destinati agli acuti, ma prima degli ospedali bisogna ricostruire un territorio che sia in grado di affrontare i bisogni della sanità e sostenere le nostre comunità. Lo ribadiamo continuamente, la medicina del territorio è fondamentale sia per il paziente e anche per il sistema. Non dobbiamo costruire solo gli ospedali ma un sistema che dialoghi con il territorio, che funzioni e che sia impegnato fortemente per affrontare le tante sfide che la sanità ha davanti. Solo così potremo essere più efficaci, più efficienti e garantire la salute ai nostri cittadini».


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