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Virus Oropouche: Spallanzani allerta la rete regionale di malattie infettive

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Dopo la notifica dei primi casi in Italia del virus Oropouche (OROV) e l’allerta epidemiologica lanciata dall’Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO) sull’identificazione di possibili casi di infezione fetale, Emanuele Nicastri – Direttore UOC Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma – ha trasmesso una nota alla Rete regionale di malattie infettive, di cui è coordinatore clinico, per richiamare l’attenzione sull’argomento.

“In caso di pazienti di ritorno dalle aree endemiche con sintomatologia febbrile acuta - è scritto nella nota - si suggerisce di considerare in diagnosi differenziale, oltre alla malaria e alle arbovirosi più comuni sostenute da virus Dengue, Chikungunya e Zika, anche la infezione da virus Oropuche, con particolare attenzione alle donne in gravidanza”. E di conseguenza di mandare i casi sospetti allo Spallanzani dove “disponiamo dei test necessari e siamo pronti a identificare la sintomatologia clinica e nei nostri laboratori, diretti dal dr. Fabrizio Maggi, l’eventuale presenza del microrganismo”.

Il virus Oropuche si trasmette all’uomo principalmente attraverso la puntura di un moscerino o della zanzara Culex. I sintomi della malattia comprendono la comparsa improvvisa di febbre, cefalea, rigidità articolare, dolori e, in alcuni casi, fotofobia, nausea e vomito persistente che possono durare da cinque a sette giorni. Sebbene la presentazione clinica grave sia rara, può evolvere in meningite asettica. La guarigione completa può richiedere diverse settimane. Negli ultimi 10 anni si sono verificati focolai di malattia da virus Oropouche principalmente nella regione amazzonica. Il virus è endemico in molti paesi del Sud America, sia nelle comunità rurali che urbane. Periodicamente vengono segnalati focolai in Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana francese, Panama, Perù e Trinidad e Tobago. Recentemente sono stati segnalati focolai nell’isola di Cuba.

Nella nota di Nicastri vengono ripresi alcuni passaggi dell’allerta epidemiologica lanciata dall’Organizzazione Panamericana della Salute secondo cui “la possibile trasmissione verticale e le conseguenze sul feto sono ancora oggetto di indagine. Tuttavia, queste informazioni vengono condivise con gli Stati membri per renderli consapevoli della situazione e allo stesso tempo chiedere loro di essere attenti al verificarsi di eventi simili nei loro territori”.

La stessa Organizzazione ha pubblicato delle linee guida per assistere i Paesi nell’individuazione e nella sorveglianza di Oropouche e di possibili casi di infezione da madre a figlio, malformazione congenita o morte fetale.


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