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Tumore alla prostata: Asl Bat all’avanguardia, un paziente su tre non è pugliese

di Vincenzo Rutigliano

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24 Esclusivo per Sanità24

Anche pazienti extra Asl ed extra regione, sino ad un terzo del totale, tra quelli sottoposti a trattamento robotico del tumore alla prostata. Nella Asl Bat (Barletta, Andria,Trani) gli interventi di chirurgia robotica del carcinoma alla prostata, iniziati nel 2021, sono aumentati di quattro volte in 3 anni fino ai 180 previsti nel 2024. E un paziente su tre non è della Asl e non è pugliese.

“Il progetto robot iniziato nel 2021 - spiega Luigi Cormio, ordinario di Urologia dell’università di Foggia e direttore della unità di Urologia e Andrologia dell’ospedale Bonomo di Andria - ha raggiunto numeri importanti in pochi anni e richiama utenti per il 25% provenienti da altre Asl e per il 7% da fuori regione”. Gli interventi in robotica di prostatectomie sono passati dai primi 50 del 2021 ai 90 del 2022, ai 123 dell’anno scorso e per il 2024, con i 90 già effettuati nel primo semestre, la previsione è di raggiungere quota 180, numero che salirà a 200 aggiungendo l’altra metodica che viene utilizzata nella Asl Bat, la crioterapia per pazienti che non sono candidati ideali per la chirurgia robotica.

Questi numeri sono il frutto di un confronto multidisciplinare costante tra gli specialisti di urologia e quelli di radiologia - come è emerso a Barletta, presso il polo Universitario della Asl Bt, nel corso di un congresso scientifico - a partire dalla risonanza magnetica, sempre più utile per programmare le biopsie della prostata, a sua volta integrata dai fattori clinici più semplici necessari per inquadrare la patologia esatta e capire se il paziente è a rischio o no.

Per interpretare tutti questi dati Cormio ha messo a punto, come università di Foggia, un calcolatore che sulla base di dati clinici “permette di capire chi è il paziente più a rischio. Poi il calcolatore lo abbiamo implementato con la risonanza magnetica e lo usiamo nella pratica clinica”. Sotto questo profilo l’Asl Bt può contare su una strumentazione che Cormio definisce ottima tra una Rmn al Pta di Trani molto efficiente, una ad Andria eccellente e a Barletta una Tesla 3, la versione più potente della Rmn. Strumentazioni e personale tecnico specialistico sono decisivi per ottenere una diagnostica molto approfondita perchè vengono effettuate molte biopsie fusion, cioè due apparecchi che nell’ospedale di Andria permettono di fondere le immagini della risonanza con quelle dell’ecografia e quindi fare delle biopsie sempre più mirate nelle zone più sospette.

Prossimi traguardi? “La diagnosi è la partenza- conclude Cormio -. Possiamo fare molti approfondimenti perchè la medicina nucleare della Asl è molto performante potendo fare routinariamente la Pet-Tac con Colina e adesso speriamo anche con il Psma che sono le metodiche più specifiche per la stadiazione della malattia”.


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