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Lazio/ Rocca, operazione verità sui conti della sanità per 6,5 miliardi. Focus sull'esercizio 2022 non parificato da Corte conti. La replica dell'ex assessore D'Amato

di Radiocor Plus

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24 Esclusivo per Sanità24

Una "difficile situazione" cui starebbe mettendo mano il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, impegnato in una "operazione verità" su 6,5 miliardi di conti della sanità regionale insieme al direttore Salute e Integrazione sociosanitaria Andrea Urbani, con la collaborazione di una primaria società di consulenza e revisione contabile. Questo è il quadro tracciato dalla Regione Lazio al capitolo sanità. In un comunicato, la descrizione di un "caos contabile per miliardi nei bilanci della sanità del Lazio al 31 dicembre 2022" tra "fondi di dotazione negativi, debiti non pagati vecchi di 10 anni, crediti non incassati da anni e fondi rischi abnormi non sempre riconducibili a rischi specifici". Un caos contabile tale da "sottrarre risorse da investire sulle cure e sulla qualità dei servizi", mentre - rilevano ancora dalla Regione - "la stessa Corte dei conti si è espressa sulla urgente necessità di assicurare 'un ordine contabile' alla gestione finanziaria della sanità per il 2022, su cui non è stata concessa la parifica nel corso dell'udienza del 29 settembre scorso". Sin dal 2015, infatti, la magistratura contabile ha evidenziato - proseguono dall'esecutivo regionale - la 'mancata risoluzione e il riassetto contabile tra la Regione Lazio, le aziende ospedaliere e le Asl', una via d'uscita che era "stata più volte sottolineata dai Ministeri Vigilanti e dalla sezione di controllo". Inoltre, gli uffici di Rocca ricordano che la Corte dei conti ha certificato una "situazione contabile a dir poco nebulosa" con il rischio di un "duplice danno per le finanze regionali" relativamente alle note di credito, ossia ai documenti di rettifica con cui si contestano le fatture saldate o emesse dal privato e con le conseguenti somme da restituire, in parte o interamente.
Il presidente Rocca, che ha incontrato i direttori generali e amministrativi e i responsabili del bilancio di Asl e Ao "per condividere l'importanza e la necessità di fare ordine sui conti del Servizio sanitario regionale", comunica nel dettaglio i temi su cui sta cercando di fare chiarezza: sull'esistenza e sulla completezza di oltre 2,5 miliardi di debiti, di cui 1,2 antecedenti al 2018; sull'esistenza e sull'esigibilità di oltre 787 mln di crediti, di cui 609 mln antecedenti al 2018; su oltre 900 milioni di note di credito verso fornitori e strutture private accreditate con il Ssr; su quasi 2,3 mld di Fondi rischi non sempre riconducibili a rischi specifici o generici. Oltre 1.000 avvocati "hanno già ricevuto o riceveranno nei prossimi giorni richieste dettagliate sulle attività svolte per conto delle aziende sanitarie e sui rischi probabili per le finanze regionali".
Il quadro contabile-amministrativo sarà più chiaro tra qualche mese: sono state definite infatti le priorità di intervento, i gruppi di lavoro e le modalità di accesso presso le singole aziende sanitarie, oltre a un cronoprogramma che dovrà consegnare i primi risultati entro i primi mesi del prossimo anno. Di "particolare rilevanza" sarà anche la ricognizione dei contenziosi al 31 dicembre 2022 e la fotografia sulle risorse finalizzate e apparentemente inutilizzate da parte delle aziende ospedaliere e sanitarie, per le quali "si è in attesa delle risultanze". La ricostruzione contabile, concludono dalla Regione, è essenziale "per aggredire l'indebitamento sanitario, partendo dal taglio degli sprechi e dalla ristrutturazione dei debiti del comparto ma soprattutto per liberare le risorse necessarie a riqualificare l'assistenza, a investire sulle risorse umane e ad ammodernare le strutture sanitarie e le tecnologie, il tutto con l'obiettivo irrinunciabile di migliorare l'esperienza del cittadino con il Servizio sanitario del Lazio".
La replica dell'ex assessore Alessio D'Amato. «La verità è che rispetto a una stagione in cui neanche venivano presentati i bilanci oggi vi è una certezza contabile, il disavanzo per il 2020 e 2021 è stato azzerato e per il 2022 e poco oltre i cento milioni risentendo dei mancati trasferimenti per la copertura dei costi Covid e comunque sotto al 2 per cento. Oggi invece il Presidente Rocca dovrebbe dire a quanto ammonta il disavanzo tendenziale del 2023 ossia di sua competenza e se è superiore a quello dell’anno precedente». Così il Consigliere della Regione Lazio e responsabile Welfare di Azione, Alessio D’Amato, replica alle affermazioni contenute nella nota diffusa dalla Regione Lazio sulla annunciata "operazione verità" del presidente Rocca per la Sanità. «Un comunicato di qualche giorno fa diffuso dal ministero - continua D'Amato - dice che ci sono cinque Regioni con un disavanzo 2023 oltre il 5 per cento. Temo che il Lazio sia tra queste, e questo è il vero motivo della cortina fumogena, assieme all'assegnazione di tutta una serie di consulenze che renderò presto note». D'Amato comunica che i bilanci della sanità laziale sono «tutti parificati» e sottolinea che «dopo oltre 10 anni di commissariamento sono stati passati al setaccio minuziosamente dai ministeri affiancanti. Dovrebbe saperlo bene Rocca - prosegue - che difatti ha scelto proprio Andrea Urbani come suo direttore, che era il controllore del Lazio da responsabile della programmazione al ministero della Salute, facendolo con competenza e professionalità assieme agli altrettanto competenti tecnici del Mef, che gestiva i tavoli di verifica e ha dato il parere sull’uscita dal commissariamento».


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