Aziende e regioni

Manovra 2023/ Nessuna misura fiscale per le Aziende del Ssn

di Roberto Caselli

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24 Esclusivo per Sanità24

Anche quest’anno la manovra di bilancio (Legge 197 pubblicata nella GU n. 303 del 29 dicembre ) è passata con la fiducia dei due rami del Parlamento, senza alcuno spazio per il dibattito, senza alcuna misura fiscale, fra le molte attese, a favore delle Aziende del Servizio sanitario nazionale. La delusione è forte, perché un sostegno a favore della sanità pubblica, come pure del Terzo settore, sarebbe andato soprattutto a favore dei cittadini più fragili che non si possono permettere le cure private, e di quelli che ne sostengono gli oneri pagando regolarmente le imposte.
Nell'articolo "Un appello al nuovo governo per l’utilizzo dello strumento fiscale in favore della sanità pubblica" era stato rivolto un appello alle forze politiche per alcuni interventi, a parere di chi scrive non più rinviabili, a favore di un settore fortemente in crisi per la cronica mancanza di risorse, ma nessuno di questi è stato preso in considerazione.
Qualcuno potrebbe obiettare che interventi come quelli proposti dovrebbero essere attuati nell’ambito di una riforma fiscale organica, ma questa impostazione cozza con le numerose modifiche della legislazione fiscale, introdotte unicamente a favore delle imprese o dei lavoratori autonomi, sia per la riduzione del carico fiscale, con scarso rispetto delle norme costituzionali dell’uguaglianza dei cittadini e della progressività delle imposte, o addirittura per favorire i contribuenti meno rispettosi degli obblighi di legge: basti pensare all’aumento dei limiti per la "flat tax" per le partite Iva, la nuova "flat tax" incrementale (che è proprio il contrario del principio della progressività e cioè "chi più guadagna meno paga"). Ciliegina sulla torta, l’agevolazione rivolta non solo alle società dilettantistiche, ma anche a quelle società calcistiche che non hanno versato all’Erario le imposte trattenute ai calciatori professionisti per poter pagare ingaggi milionari; non bastava infatti l’istituto del "ravvedimento operoso" che da molti anni ormai permette di sanare con una riduzione delle sanzioni e con gli interessi correnti le posizioni irregolari su iniziativa dello stesso contribuente.
Non risulta neanche che qualche forza politica di opposizione abbia presentato qualche emendamento finalizzato a migliorare la situazione critica nella sanità pubblica, già pesante da molti anni, ma che con il Covid è precipitata. Non risulta neanche che da parte della Conferenza delle Regioni sia stata invocato quanto meno un alleggerimento, se non la completa abolizione di un’imposta, che come l’Irap, costituisce un vero mostro giuridico. È mai possibile che le Aziende del Ssn siano chiamate, attraverso il pagamento dell’Irap, a partecipare al costo della sanità pubblica, cioè di loro stesse?
Da una parte alcuni Presidenti di Regioni invocano l’intervento del Fondo sanitario nazionale per ripianare le perdite che si stanno maturando nel Servizio sanitario regionale, ma nessuno sembra abbia pensato di proporre di utilizzare intanto lo strumento fiscale.


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