Aziende e regioni

Puglia: a Bari chiudono il Covid Hospital e la fabbrica delle mascherine Ffp2

di Vincenzo Rutigliano

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24 Esclusivo per Sanità24

Dimessi o trasferiti nei reparti Covid del Policlinico tutti i pazienti rimasti, compresa l'ultima in assoluto, una donna di 101 anni, risultata negativa al tampone: così il Covid Hospital, realizzato in tutta fretta nei padiglioni della fiera del Levante di Bari, ha sospeso ogni attività. Aperto a metà marzo 2021, il presidio per le maxi emergenze gestito dal Policlinico presso la fiera, ha gestito, in quasi un anno e mezzo, circa mille pazienti nei moduli di terapia intensiva, terapia subintensiva respiratoria e medicina interna e affrontato i due picchi verificatisi nello stesso periodo, prima ad aprile 2021 con 253 nuovi ricoveri e poi a gennaio 2022 con 237.

Sospesa ogni attività occorrerà nelle prossime settimane trasferire i letti ed i macchinari elettromedicali, una spesa di 120mila euro. Le apparecchiature dovranno traslocare al Policlinico, incluse quelle destinate all’allestimento del nuovo padiglione 'Asclepios 3', all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII ed al presidio di maxi emergenza per il virus Sars-Cov-2.

Quella dell'ospedale Covid in fiera non è l'unica struttura di emergenza sorta in tutta fretta a causa della pandemia e destinata a chiudere. Stessa sorte per la fabbrica delle mascherine Ffp2 creata dalla protezione Civile della regione nell'ex Ciapi, una spesa di poco superiore ai 10 milioni di euro. Quando la regione ha deciso di realizzare lo stabilimento, se ne è occupato l'ex dirigente della Protezione Civile, Mario Lerario, finito ai domiciliari a dicembre scorso e a processo per corruzione.

La fabbrica, che non produceva più già da alcuni mesi dopo aver raggiunto il picco complessivo di 5 milioni di Dpi, è costata 7 milioni per i lavori edili e quasi 3 per i materiali (compreso il tnt, tessuto non tessuto) e per alcuni servizi. Aperta ad agosto 2020 la fabbrica, nelle cui linee sono stati assunti 12 addetti il cui contratto è scaduto a fine agosto scorso, ha mostrato quasi subito di essere fuori mercato con costi produttivi superiori anche di 10 volte a quelli di mercato, tanto che anche questa operazione è finita al vaglio della magistratura barese. L'autoproduzione dei presidi, ad un esame più attento, sarebbe subito parsa inutile con l'avvio della stessa attività, in piena pandemia, in migliaia di aziende specializzate che alla fine hanno saturato il mercato con costi di acquisto molto bassi e competitivi. La stessa regione ne ha acquistati, quasi 6 mesi fa, 4 milioni di Ffp2 sul mercato per circa 600 mila euro, 14 centesimi l'una più Iva. Alla regione nella fabbrica in house è costata almeno 10 volte di più.


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