Aziende e regioni
Agenas: nel 2020 diminuite del 33% le prestazioni erogate in regime di intramoenia
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Circa il 33% in meno di prestazioni sanitarie erogate in regime intramoenia nel 2020 rispetto al 2019 e circa il 26% in meno nel canale istituzionale. È questa la riduzione in percentuale dei volumi di prestazioni erogate, certificata dal Report ALPI presentato oggi da Agenas.
Nello specifico nel 2019 le prestazioni erogate in libera professione intramoenia erano 4.765.345 e nel 2020 sono state 3.204.061, mentre nel canale istituzionale sono state 58.992.277 nel 2019 e 43.398.623 nel 2020.
“Dati che ci confermano, una volta di più, la necessità di recuperare quanto è stato sospeso a causa del covid e la necessità per i cittadini di tornare alle cure ordinarie. In particolare occorre accelerare da parte delle regioni l’approvazione dei Piani straordinari per il recupero delle prestazioni sospese a causa del covid, vigilare e rendere trasparenti i dati sull’andamento dei recuperi, sui modelli organizzativi adottati dalle regioni per garantire il ripristino delle prestazioni, sulle tempistiche previste e sull’utilizzo dei fondi stanziati”, dichiara Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche della salute di Cittadinanzattiva.
La rilevazione delle prenotazioni in ALPI, effettuate nei monitoraggi di gennaio, luglio ed ottobre 2020, ha evidenziato che la maggior parte delle richieste (circa il 78% del totale) riguardano le visite specialistiche; di contro il 22% di prenotazioni riguarda le prestazioni diagnostiche.
Le visite più prenotate in intramoenia sono: la visita cardiologica (12.477 prenotazioni a gennaio, 9.695 a luglio e 9.888 ad ottobre), la visita ginecologica (11.030 prenotazioni a gennaio, 8.775 a luglio e 8.897 ad ottobre) e la visita ortopedica (10.461 prenotazioni a gennaio, 7.810 a luglio e 7.090 ad ottobre).
In riferimento ai tempi di attesa, si riscontra che:
•circa il 57,1% delle prenotazioni ha un tempo di attesa inferiore ai 10 giorni;
•circa il 28,4% delle prenotazioni viene fissato tra gli 11 e i 30/60 giorni (30 gg per la visita specialistica, 60 gg per le prestazioni strumentali);
• il 14,5% delle prenotazioni si deve attendere oltre i 30/60 giorni.
La mammografia rappresenta la prestazione con giorni di attesa medi più alti; solo 1/3 ha una prenotazione entro 10 giorni.
Il 91% delle prestazioni viene erogato esclusivamente all’interno degli spazi aziendali, l’8% esternamente all’azienda ma secondo le tipologie previste (studi privati collegati in rete o presso altre strutture pubbliche previa convenzione). Solo un residuale 1% di attività viene svolta ancora presso studi non ancora collegati in rete.
“Sono particolarmente soddisfatto – dichiara il presidente Agenas, Enrico Coscioni – del confronto organizzato dall’Agenzia perché getta le basi per un efficace miglioramento del nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN). In proposito tra i ruoli a noi assegnati vi è quello di dare supporto agli enti del SSN per rendere le strutture maggiormente consapevoli delle dinamiche in atto ed erogare servizi sempre più aderenti ai bisogni dei cittadini/pazienti oltre che garantire equità di accesso alle cure; l’evento di oggi è andato in questa direzione”.
“Le attività e i risultati presentati – riporta dal canto suo il direttore generale di Agenas Domenico Mantoan - sono il frutto di una disciplina che si è radicata nell’ordinamento nazionale attraverso un percorso normativo articolato, contraddistinto da ripetuti interventi del legislatore orientati alla maggior efficienza, liceità e trasparenza del sistema. Ora, grazie anche alle capacità di analisi sempre più dettagliate ed accurate, abbiamo la possibilità di individuare buone pratiche da implementare su tutto il territorio nazionale. Il potenziamento dei servizi avviene anche attraverso l’organizzazione di momenti di confronto come quelli odierni che hanno visto la partecipazione di tutti i soggetti istituzionali interessati nonché dei rappresentanti delle Associazioni dei pazienti”.
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