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Covid/ Regioni a Speranza: superare il sistema a colori e concentrarsi solamente sui sintomatici
di Er.Di.
24 Esclusivo per Sanità24
"Guardare al futuro e procedere rapidamente verso una normalizzazione della situazione che consenta una ripresa più ordinata e il rilancio del nostro Paese. Questi gli obiettivi che ci siamo posti oggi e che sono la base di una posizione che i Presidenti della Regioni hanno condiviso in modo unanime". Lo ha detto Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, al termine dell'incontro dei governatori sulle misure anti-Covid. "Superare definitivamente il sistema a colori delle zone di rischio assieme all' esigenza che la sorveglianza sanitaria sia riservata ai soggetti sintomatici - spiega - rappresentano i caposaldi di un documento che sarà inviato al Governo e che sarà una piattaforma imprescindibile per il futuro confronto fra l'Esecutivo e le Regioni".
Dal canto suo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, confermando il documento delle Regioni al ministro Speranza, ha annunciato "una posizione forte delle Regioni rispetto alla situazione del Covid". "Bisogna cambiare approccio di fronte a un cambio totale di scenario - sottolinea -. Bisogna applicare le direttive dell'Ecdc europeo, e quindi pensare di concentrarci solo sui soggetti sintomatici rispetto alle regole da seguire e di togliere la suddivisone della Regioni in colori, naturalmente mantenendo il monitoraggio sull'andamento dei posti letto in area medica e in terapia intensiva". Rispetto alle scuole, secondo il presidente del Veneto "bisogna fare in modo che vadano in isolamento solo i ragazzi positivi sintomatici e che gli altri restino a scuola". "Il principio generale - conclude - è quello della semplificazione dell'approccio prendendo atto della mutata realtà, che ci dice, ad esempio, che il contact tracing è saltato, perchè con 20.000 positivi al giorno in una regione ci sono 200.000 persone da contattare. E' evidente che il modello attuale non funziona, come si è visto con il caos tamponi che non ha assolutamente risolto il problema".
Per l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, "è giunto il momento di semplificare la vita a coloro che hanno completato le vaccinazioni, che nel Lazio rappresentano il 63% della popolazione over 12 anni". "Questi cittadini - sottolinea - indipendentemente dai luoghi di lavoro, studio, socializzazione, devono essere liberi senza certificazioni e tamponi. In assenza di sintomatologia tutte le attività, comprese quelle scolastiche, devono essere mantenute". "Oggi le varie circolari ministeriali, soprattutto in ambito scolastico, rendono difficile la vita alle famiglie e valgono le stesse regole sia per coloro che hanno completato il percorso di vaccinazione, che per coloro che non si sono vaccinati, tutto ciò generando procedure amministrative e operative assurde -continua D'Amato -. Bisogna fare la corsa al vaccino non ai tamponi. Ieri nel Lazio record assoluto di testing, oltre 150 mila. Auspico che il Governo ascolti la voce delle Regioni".
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