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Alzheimer, a Catanzaro la sfida di una "CasaPaese" grazie a una raccolta fondi
di Davide Madeddu
24 Esclusivo per Sanità24
Non una semplice casa alloggio ma una “CasaPaese” per persone malate di Alzheimer e altre demenze. Un luogo dove poter vivere “una normalità” nonostante la malattia. La sfida, che ha l’obiettivo di “promuovere l’indipendenza” e garantire una migliore vita alle persone e ai familiari, parte dal piccolo centro di Cicala, in provincia di Catanzaro ai piedi della Sila. Un luogo diventato, nel 2018, “Primo Borgo amico delle Demenze della Calabria” e dove commercianti e abitanti “accolgono per le strade e nelle botteghe le persone affette da demenze, accompagnate dagli operatori”. Perché la “normalità” passa anche per semplici gesti di vita quotidiana, “acquistare il pane per il pranzo, il giornale, le piantine per il giardino o una piega dal parrucchiere”che, a causa della malattia e senza un supporto, non possono essere più compiuti.
Qui, attraverso un forfunding con Intesa San Paolo, con il traguardo di 100 mila euro, si vuole trasformare una comunità alloggio (nata nel 2018) in CasaPaese specifica per persone con malattia di Alzheimer o altre patologie simili. A promuovere l’iniziativa l'associazione Ra.Gi. nata Catanzaro nel 2002 e operante nel settore socio sanitario “con l’obiettivo di Normalizzare e Umanizzare la vita delle persone con demenze”.
Il progetto prevede la realizzazione di uno spazio fisico “sicuro e protetto” all’interno del Borgo Amico delle Demenze di Cicala trasformando l’ambiente “in uno spazio di cura accogliente, in cui le persone con fragilità cognitiva possano esprimere in tutta sicurezza e senza giudizio alcuno la propria identità nella concreta relazione con gli altri”.
Le risorse provenienti dalla raccolta fondi serviranno per la trasformazione della Comunità alloggio in Casapaese dove i corridoi “saranno vissuti come uno spaccato di strada di un vero paese”. Inoltre le varie attività che normalmente si svolgono in un piccolo borgo “come fiorai, fruttivendoli”, saranno “ricreate in armadi posizionati lungo il corridoio, ambientati grazie a pellicole incollanti a tema oltre che con tende e scritte”. E poi la ricostruzione di un ambiente domestico con oggetti familiari e personali.
"La scansione del tempo all’interno della CasaPaese - si legge nel progetto - rispetterà anche i ritmi capovolti creati dalla progressione della malattia dal momento dell'alzata, all'igiene, alla colazione, alle attività, al pranzo e in tutti quegli istanti rituali e personali che segnano il trascorrere della giornata". All’esterno lo spazio verde attrezzato e direttamente raggiungibile con percorso circolare e area per ortoterapia, accudimento animali domestici, cura dei fiori e altro.
Inoltre prevista l’attivazione di “consulenza alle famiglie counselling e supporto psicologico ai caregivers” e “gruppi di mutuo aiuto rivolto ai famigliari che si prendono cura delle persone affette da demenza d’Alzheimer o da altre forme di demenza attraverso incontri a tema”.
Con la raccolta fondi si punta a coprire le spese per l'arredamento della CasaPaese: letti specifici, arredi su misura “per chi è affetto da questa patologia, senza bisogno di sbarre o di misure di contenzione per tenerli fermi durante la notte e di arredamenti che non siano asettici”. Per questo motivo, specifica il progetto, “
gli spazi e i luoghi verranno ritualizzati e riconfigurati in un modello di vita passata, con all’interno la materializzazione di ritmi, simboli e significati che, una volta decodificati, la mente tende a riconoscere come familiari”.
Una sfida che vuole creare un un ambiente di cura riconosciuto principalmente dai pazienti, in cui poter vivere, in piena dignità, le fasi intermedie e finali della malattia, garantendo alla famiglia un distacco psicologico ma anche un ambiente protetto e sicuro per i loro cari.
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