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Covid/ Toscana: medici di famiglia in prima linea sui vaccini

di Sara Lavorini

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24 Esclusivo per Sanità24

In Toscana dopo diverse problematiche e rallentamenti, è ripartita la vaccinazione anti Covid-19 per le persone anziane. Lo ha annunciato la Regione Toscana stessa la scorsa settimana, ma già dopo un'ora e mezza sono oltre 20mila le dosi prenotate per gli over 70. Ora tutto è nuovamente chiuso, perché i posti sono quasi tutti esauriti. La Regione però rassicura che, non appena arriveranno nuove dosi di vaccini, tutto riprenderà in maniera regolare.

I medici di famiglia anche in questa delicata fase di vaccinazione, dove le richieste dei cittadini per vaccinarsi superano abbondantemente le dosi disponibili, hanno un ruolo importante nella gestione dei pazienti fragili e negli over 80.

"Stiamo vaccinando tutti i cittadini con più di 80 anni - dichiara Claudio Cricelli presidente Simg - fino a trenta/quaranta dosi per medico di famiglia al giorno. Questo sta comportando un carico di lavoro straordinario, perchè questi pazienti, a differenza di tutti gli altri cittadini sono prenotati direttamente dal medico di base e, a loro, vengono fissati due appuntamenti per le due somministrazioni. Questo implica una enorme quantità di tempo necessario per contattare l'anziano o qualche familiare che si prende cura di loro. Le persone fragili sopra gli 80 anni - spiega ancora Cricelli - sono stati affidati a noi, senza però che noi medici ricevessimo aiuto in termini di infermieri e personale di studio. Chiaramente questo comporta un carico di lavoro enorme e tempi di attesa per gli utenti più lunghi".

Oltre al monitoraggio e alla vaccinazione anti Covid-19, il lavoro dei medici di famiglia deve concentrarsi anche nella cura e prevenzione delle diverse e numerose patologie, non solo Coronavirus. Quindi oltre ai vaccini e ai tamponi, anche tutte le malattie devono tornare ad essere una priorità per evitare danni futuri alla salute dei pazienti.
"Dobbiamo ricordare che il medico deve continuare a prendersi cura degli anziani - spiega Cricelli - e deve dedicare alle loro malattie e condizioni di salute spesso precarie, tutto il tempo necessario. Il vaccino quindi, si aggiunge al nostro operato, ma non lo deve sostituire. Sono fragili anche le persone con meno di 80 anni, e sono state trascurate quelle vulnerabili. I problemi nascono anche dalle grandi difficoltà che questi cittadini hanno per accedere ai sistemi di prenotazione digitali, complicati, spesso non funzionanti e che propongono appuntamenti fuori provincia e comunque a decine di chilometri di distanza dalla loro residenza".

Quando sarà superata la pandemia, cioè ancora tra molti mesi, si dovrà modificare radicalmente l'organizzazione del lavoro dei medici di famiglia e nella sanità territoriale in generale.
"Se in ospedale o nella asl ho una emergenza - conclude Cricelli - si trovano subito risorse e personale aggiuntivo e, si realizzano soluzioni organizzative rapide. Quando questo avviene sul territorio, nessuno se ne occupa . Il messaggio è 'fate come potete e, arrangiatevi in qualche modo'. Questo determina per alcuni medici e per molti studi medici difficoltà insormontabili che vengono spesso scambiate per cattiva volontà di collaborare. E' evidente che una volta terminata la fase di emergenza della pandemia, l'intera organizzazione deve essere rivista e, strutturata in maniera più sostenibile per noi professionisti da sempre in prima linea".


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