Aziende e regioni
Il peso della corruzione sanitaria sulle famiglie italiane
di L.Va.
La corruzione in sanità ha un impatto diretto sui pazienti: nell'ultimo anno i casi registrati da Istat sono 107mila, soprattutto a Sud e in periferia. Oggi si celebra in tutto il mondo la giornata contro la corruzione e la sanità resta un ambito particolarmente vulnerabile. Lo segnala il monitoraggio effettuato da Transparency International, presentato oggi a Roma nell’evento “Curiamo la corruzione”. Nel 2017 sono comparse sui media 97 notizie sulla corruzione in sanità. Mentre l'Istat avvisa che oltre mezzo milione di famiglie ha ricevuto richieste di denaro o altro per essere “facilitate” nel percorso di diagnosi e cura: 7 volte su 10 il colpevole è il medico, seguito da infermieri e altro personale.
L'analisi effettuata in collaborazione con numerose Asl e ospedali evidenzia che quasi 2 milioni di persone hanno assistito a scambi illeciti sul luogo di lavoro. Eppure, solo l'11,8% lo ha segnalato a un superiore e appena l'1,9% si è rivolto al responsabile anticorruzione. E non si tratta di episodi rari visto che nell'ultimo anno il 25,7% delle Aziende sanitarie ha vissuto al proprio interno almeno un caso di corruzione.
Questi casi segnalati dalle aziende coinvolte nell’iniziativa sono stati risolti, anche se il 51,7% delle strutture sanitarie non ha ancora adottato Piani anticorruzione. Il rischio inefficienze nelle Asl è più alto per l’acquisto di servizi sanitari, specularmente, negli ospedali il disagio riguarda l’acquisto di beni.
Le aziende sanitarie e ospedaliere che hanno aderito al monitoraggio sono: Asl Bari, Ao Brotzu Cagliari, Policlinico V.Emanuele di Catania, Asp Catanzaro, Asst Melegnano-Martesana, Aou S. Luigi Gonzaga Orbassano, Asp Ragusa, Aou S.Giovanni di Dio Salerno, Ats Sardegna, Asp Siracusa, Usl Toscana Sud-Est e Apss Trento.
Da 3 anni, il progetto di monitoraggio Curiamo la corruzione si propone di ridurre il livello di corruzione con progetti nelle Asl ed è portato avanti da Transparency International Italia, con Censis, ISPE Sanità, RiSSC e il sostegno non condizionato di Siemens Integrity Initiative.
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