Aziende e regioni

Vaccini, il Veneto non reintroduce l’obbligo ma «segnala» i bimbi non vaccinati

In Veneto l’obbligo vaccinale non verrà reintrodotto, mantenendo quanto previsto dalla legge n.7 del 2007 che punta sull’adesione consapevole e responsabile alle vaccinazioni, ma sono previste una serie di azioni aggiuntive per assicurare il recupero delle coperture vaccinali e per garantire la salute della collettività, a fronte di una calo generalizzato in tutto il Paese dell’adesione alle vaccinazioni in età pediatrica, con un forte coinvolgimento dei sindaci nella loro qualità di Autorità sanitaria locale.
È questa la via scelta dalla Giunta regionale per rispondere al progressivo calo delle vaccinazioni in età pediatrica, contenuta in una delibera, approvata oggi su proposta dell'Assessore alla Sanità Luca Coletto e presentata dal presidente Luca Zaia e dallo stesso Assessore nel corso del punto stampa post Giunta di oggi, dal titolo “misure straordinarie per il recupero delle coperture vaccinali in età pediatrica nella Regione del Veneto”, nella quale si adottano “misure eccezionali” per il recupero delle coperture e si approvano le “procedure operative per la gestione delle vaccinazioni”, le “indicazioni per il recupero delle coperture vaccinali” e il “report sull'attività vaccinale dell'anno 2015 e il monitoraggio della sospensione dell'obbligo vaccinale al 31 marzo 2016”.
«Nell'assumere queste decisioni – ha detto Zaia – abbiamo voluto evitare la banalizzazione del ‘vaccino obbligatorio sì o no', perché la questione è assai più complessa e richiede un approccio anche culturale. I vaccini hanno sconfitto malattie gravi e salvato milioni di vite – ha aggiunto - e paradossalmente è stata proprio la scomparsa delle malattie, grazie ai vaccini, che ha allentato l'attenzione delle giovani coppie al problema. Noi vogliamo incentivare l'informazione corretta, la scelta consapevole, la presa d'atto che la libertà di ogni individuo finisce dove comincia quella dell'altro e che non vaccinare i propri figli può mettere a repentaglio la salute pubblica in generale, ma soprattutto quella di questi bambini che, non vaccinati, sono da un lato più esposti ai rischi. Sotto una certa soglia di copertura in un nido e in una scuola d'infanzia i rischi aumentano progressivamente per tutti, non solo per i non vaccinati, e questo ci ha spinto ad assumere le decisioni di oggi».
Il corposo documento introduce la richiesta del certificato vaccinale all'atto dell'iscrizione ai nidi ed alle scuole dell'infanzia; l’elenco degli iscritti con la documentazione vaccinale acquisita verrà trasmesso al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) dell'azienda Ulss di riferimento, che fornirà un parere sul rischio di ammissione del bambino non vaccinato in rapporto al tasso di copertura del territorio, alla situazione epidemiologica e anche della presenza nella comunità infantile di bambini che non possono essere vaccinati per specifiche condizioni di salute.
La segnalazione del bimbo non vaccinato verrà inviata al Sindaco del Comune competente in quanto Autorità sanitaria Locale, al quale spetterà l'eventuale decisione di disporre, con propria ordinanza, il temporaneo allontanamento del bambino o la sua non ammissione alla struttura.
È previsto inoltre che Il Direttore SISP incontri i Sindaci per illustrare l'andamento delle coperture vaccinali distinte per Comune al fine di individuare le criticità ed avviare le strategie di recupero dell'adesione vaccinale. Sono altresì previsti incontri almeno semestrali con i Pediatri del territorio per illustrare l'andamento delle coperture vaccinali distinte per Pediatra e per Comune.
«Le ultime rilevazioni nazionali sulle coperture rilevano un trend in diminuzione in tutte le regioni – ha detto Coletto –determinato dalla scarsa percezione del rischio da parte dei genitori. I dati dicono chiaramente che non influisce la non obbligatorietà introdotta in Veneto nel 2007, ma una sorta di sottovalutazione generale del rischio dovuto al possibile ritorno di malattie che proprio dai vaccini erano state debellate. Per questo abbiamo scelto la strada di stretti controlli sul territorio e della valutazione sanitaria caso per caso di fronte a bimbi non vaccinati. La nostra anagrafe vaccinale – ha aggiunto – è completamente informatizzata e ci consente di tenere sotto controllo la situazione e consentendo all'Autorità sanitaria Locale, cioè il sindaco, di intervenire con propria ordinanza di allontanamento temporaneo o di esclusione del non vaccinato dove la situazione del singolo nido o della scuola d'infanzia scenda sotto la copertura del 90%. Attualmente in Veneto la media di copertura per le quattro vaccinazioni altrove obbligatorie è del 91,5%, e dalle ultime rilevazioni emerge un trend in aumento, quindi ci attendiamo non molte situazioni sulle quali sarà necessario intervenire».
Secondo i tecnici del Veneto, per le Aziende Ulss dove le coperture vaccinali sono inferiori al 90%, limite di attenzione e/o all'85% limite di allarme per il vaccino esavalente ed il vaccino anti morbillo-parotite e rosolia (MPR), i bambini non vaccinati possono rappresentare un rischio per la salute collettiva e al verificarsi di particolari situazioni epidemiologiche il Servizio Igiene e Sanità Pubblica fornirà parere all'Autorità Sanitaria Locale per disporne il temporaneo allontanamento o la non ammissione alla frequenza ai sensi di quanto previsto dall'art. 117 del D.Lgs n. 112/1998.


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