Aziende e regioni
Antibiotico-resistenza, la strategia toscana
di Andrea Vannucci (coordinatore Osservatorio Qualità ed Equità, Agenzia regionale di Sanità Toscana)
Il monito del commissario dell'Unione Europea alla Salute lo scorso novembre, in occasione della giornata degli antibiotici, durante la presentazione dell'annuale rapporto dell'European Center for Disease Control evidenziava in modo allarmante che «potenzialmente siamo vicini alla fine dell'era degli antibiotici. Lo scorso anno sono morte in Europa 25mila persone per infezioni resistenti».
Nel 2015 tre enti internazionali, Ecdc, Efsa ed Ema, hanno per la prima volta esaminato l'associazione tra consumo di antibiotici e antibioticoresistenza nell'uomo e negli animali destinati all'alimentazione, utilizzando i dati 2011-2012 di 26 Paesi EU/Eea provenienti da cinque sistemi di sorveglianza europei. Il consumo globale di antibiotici è generalmente più alto negli animali che nell'uomo, anche se il consumo di antibiotici di importanza critica in medicina (fluorochinolonici, cefalosporine di terza e quarta generazione) è maggiore nell'uomo. Sia nell'uomo che negli animali è stata osservata una associazione positiva tra consumo di antimicrobici e corrispondente tipo di resistenza nei batteri
A oggi la Toscana è, insieme a Emilia Romagna e Campania, una delle 3 regioni che si è dotata di un sistema di monitoraggio delle resistenze antibiotiche. In Toscana infatti dal 2013 è attivo un sistema di sorveglianza continua, attraverso la rete dei laboratori di microbiologia della regione che permette di monitorare l'evoluzione epidemiologica delle infezioni in generale e delle infezioni correlate all'assistenza che rende disponibili i dati di sorveglianza microbiologica permettendo di tracciare il quadro epidemiologico del problema e mettere in luce differenze territoriali. Inoltre la Toscana partecipa al “Progetto Buone pratiche per la sorveglianza e il controllo dell'antibiotico-resistenza” finalizzato a «promuovere l'armonizzazione delle esperienze esistenti di sorveglianza e controllo dell'antibioticoresistenza e individuare le “buone pratiche” trasferibili ad altri contesti» , finanziato dal Ccm e con unità capofila la Regione Emilia Romagna.
Il quadro che emerge dai dati sulla resistenza antibiotica mette in luce come in Italia, e in Toscana, assuma dimensioni preoccupanti rispetto alle altre nazioni europee, soprattutto con riferimento ai patogeni maggiormente causa delle infezioni correlate all'assistenza e a rischio per la resistenza antibiotica .
Analogamente dai dati di consumo degli antibiotici in ospedale e in comunità emerge che l'Italia, e analogamente la Toscana, si mantengono in una posizione critica rispetto ad altri paesi europei con consumi superiori alla media europea e a quella che caratterizza i paesi del Nord Europa. Le classi che devono destare maggiore attenzione sono quelle relative al consumo in ospedale di carbapenemici e chinolonici e dei fluorchinolonici nel territorio che trovano immediate correlazioni con i dati relativi alla resistenza antibiotica.
L'auspicio è quindi che la lotta all'antibioticoresistenza diventi una reale priorità globale, che il governo e le regioni spingano per la messa in opera delle necessarie azioni di contrasto, favorendo un diffuso cambiamento culturale e assumendo un ruolo attivo nelle relazioni con l'industria del farmaco. In Toscana sono in atto crescenti misure di controllo delle infezioni negli ospedali e nelle strutture residenziali ed è in fase d'implementazione in tutti gli ospedali un programma per la stewardship antibiotica, una misura di comprovata efficacia, messa a punto con una conferenza di consenso tra gli specialisti e i professionisti sanitari coinvolti e alleati nel contrastare il fenomeno.
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