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Hiv in età pediatrica, farmaci su misura al Meyer
Aumentare l'efficacia dei farmaci anti-Hiv in età pediatrica, migliorando la qualità di vita di bambini e adolescenti che convivono con l'infezione. È l'obiettivo di un progetto di ricerca annunciato dall'ospedale Meyer di Firenze, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids che si celebra oggi 1 dicembre. Lo studio valuterà le concentrazioni plasmatiche dei medicinali antiretrovirali, cercando di personalizzarli. Ai piccoli, infatti, i farmaci vengono spesso somministrati spezzando o frantumando le compresse per adulti in modo da adeguarle al peso di un bambino. E questo perché alcune terapie assunte ogni giorno per contrastare la progressione del virus non sono disponibili in formulazione pediatrica.
L'opportunità di dosare il principio attivo nel sangue dei pazienti più giovani è garanzia di efficacia e maggiore sicurezza di impiego, assicurano gli esperti dell'ospedale dei bimbi. Sempre in occasione della Giornata contro l'Aids, il Meyer ha distribuito a tutti gli operatori i fiocchi rossi simbolo della ricorrenza.
Dal 1985 - ricorda una nota - il Meyer è sede del Registro italiano per l'infezione da Hiv, coordinato dal Centro di riferimento regionale per la prevenzione e cura dei bambini affetti da Hiv presso la Struttura operativa dipartimentale di Malattie infettive dell'ospedale fiorentino. Proprio al Meyer si è svolto di recente il XVIII workshop del Registro, con la partecipazione di 32 centri pediatrici che in tutta Italia seguono i bambini e gli adolescenti con infezione da Hiv, e del responsabile del Centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità.
Due le decisioni adottate durante l'evento: da un lato il monitoraggio delle nascite da madre Hiv-positiva nelle quali non viene eseguita la prevenzione della trasmissione (il fenomeno riguarda in particolare le donne immigrate, il cui tasso di trasmissione dell'infezione ai figli è 3 volte superiore a causa delle difficoltà di accesso a test e terapie), dall'altro la stesura di una Consensus per definire una procedura comune nel delicato passaggio dei pazienti maggiorenni dai centri pediatrici a quelli dell'adulto.
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