Sentenze

Nuovo Isee: l’indennità di accompagnamento non è reddito. Il Consiglio di Stato dà ragione ai disabili

di L.Va.

Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, dà ragione ai disabili e alle loro famiglie in merito al nuovo Isee: l'indennità di accompagnamento non può essere conteggiata come reddito. Al Consiglio di Stato si era appellato il Governo, facendo ricorso contro la sentenza del Tar sulla materia. «Deve il Collegio condividere - si legge nella sentenza di oggi - l'affermazione degli appellanti incidentali quando dicono che 'ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito - come se fosse un lavoro o un patrimonio - e i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni non un sostegno al disabile, ma una 'remunerazione' del suo stato di invalidità oltremodo irragionevole, oltre che in contrasto con l'art. 3 della Costituzione». In pratica, le provvidenze economiche previste per la disabilità non possono e non devono essere conteggiate come reddito.

Tutto era nato con il varo del nuovo Isee da parte del governo Letta, poi entrato in vigore sotto l'esecutivo Renzi, dopo che un decreto del ministero del Lavoro aveva predisposto i nuovi modelli per la dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) a fine Isee.

Poletti: prendiamo atto e agiremo in coerenza
«Il nostro Governo - ha commentato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti - ha applicato una normativa approvata in precedenza dal Governo e sulla quale si erano espresse positivamente le commissioni parlamentari. Ci siamo impegnati nell`attuazione del nuovo Isee ritenendolo un indicatore più veritiero e meglio costruito del precedente, oltre che con un sistema di controlli rafforzato: come sta dimostrando il monitoraggio che pubblichiamo ogni trimestre, è infatti complessivamente un indicatore più equo e che garantisce un accesso più giusto alle prestazioni sociali, anche nel caso delle persone con disabilità».
«Come Governo non possiamo che prendere atto della sentenza appena depositata dal Consiglio di Stato - ha concluso Poletti - e provvederemo ad agire in coerenza con questa decisione».

Cinquestelle, ora Governo obbedisca a sentenza su indennità
«Finalmente con la sentenza del Consiglio di Stato è stata scritta la parola fine su una vicenda che, in un paese civile, non si sarebbe dovuta nemmeno ipotizzare. Con la conferma delle sentenze del Tar del Lazio, del gennaio 2014, viene dunque definitivamente negata la possibilità di inserire tra le voci del reddito per il calcolo dell'Isee anche le provvidenze assistenziali. Il governo esce da questa vicenda doppiamente sconfitto, sia perché aveva deciso di inserire questa misura sia perché, non pago, di fronte allo stop imposto dal ‘Tribunale amministrativo regionale, aveva deciso di fare ricorso al CdS». È quanto affermano i parlamentari del M5S: «Oggi è un giorno importante perché viene ripristinato un principio di giustizia che il governo stava cercando di calpestare. La nostra battaglia nelle istituzioni, che conduciamo da tre anni a suon di atti parlamentari attraverso i quali chiedevamo di eliminare le provvidenze assistenziali dal calcolo dell'Isee, oggi è stata definitivamente premiata. L'ultima occasione durante la quale ci eravamo spesi in tal senso era stata l'ultima Legge di Stabilità. Le giustificazioni utilizzate allora da governo, Pd e maggioranza per respingere la nostra richiesta oggi cadono definitivamente. Ora il governo ha il dovere di obbedire alla giustizia italiana e ci aspettiamo parole di scuse da parte di Renzi, Poletti, Biondelli e da parte di tutti quei parlamentari che hanno difeso 'indifendibile».

Anmil: «È un giorno molto importante per le persone con disabilità»
L'Anmil, associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, plaude alla decisione del Consiglio di Stato sull'esclusione di indennità, prestazioni di invalidità e trattamenti risarcitori dal reddito per l'Isee. «È un giorno molto importante per il mondo delle persone con disabilità - sottolinea il presidente dell'Associazione, Franco Bettoni - contro l'ingiusta quanto gravosa riforma dell'Isee ci siamo opposti e battuti sin dall'inizio affinchè prevalessero buon senso e rispetto per quelle famiglie giá vessate da situazioni di disagio economico. Ricomprendere nell'Isee i trattamenti indennitari percepiti dai disabili - prosegue - significa considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito, come se fosse un lavoro o un patrimonio, ed i trattamenti erogati dalle pubbliche amministrazioni, non un sostegno alle categorie svantaggiate, ma una 'remunerazione' per lo stato di invalidità».


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