Sentenze
Consiglio di Stato, tutti i ricorrenti ammessi al corso di Medicina generale
Tutti ammessi al corso triennale di Medicina generale, per effetto della pronuncia del Consiglio di Stato che ha sospeso la sentenza del Tar del Lazio. La questione è lunga e complessa e la parola fine sarà scritta ad aprile 2016, quando sempre il Consiglio di Stato deciderà, con sentenza non più appellabile, se la graduatoria per l'accesso alla specializzazione deve essere regionale, come attuato dalle Regioni e dal ministero della Salute, oppure nazionale. Intanto, «un altro decisivo round è aggiudicato ai giovani medici ed alla nostra teoria sulla graduatoria nazionale», sottolineano gli avvocati promotori del ricorso in appello accolto dal Consiglio di Stato, Santi Delia, Michele Bonetti e Umberto Cantelli. «Il Consiglio di Stato ha già detto che la posizione del Tar - affermano - è errata; tanto errata da convincerlo ad ammettere persino una ricorrente che lo scorso anno non si era iscritta per non aver appellato la decisione cautelare sfavorevole». Lo scorso novembre, con un'articolata pronuncia, il Tar del Lazio aveva rigettato le domande dei ricorrenti, «sostenendo l'impossibilità di attuare la graduatoria unica nazionale anche per medicina generale, mettendo l'accento sul fatto che» i camici bianchi «dovrebbero poi continuare la loro carriera all'interno della stessa Regione». Secondo i legali, invece, «le graduatorie dei medici in possesso del titolo acquisito, al completamento del corso triennale, possono essere formate da abilitati in qualunque altra regione, a nulla rilevando la Regione che ha rilasciato il titolo stesso. Tesi a cui ha dato ragione il Consiglio di Stato».
Verso la graduatoria unica?
«Siamo convinti - affermano Bonetti e Delia - che grazie a queste decisioni si arriverà all'applicazione della graduatoria unica per la medicina generale cui seguirà, a quel punto a stretto giro e senza più alibi di sorta, l'adeguamento della borsa dei corsisti di medicina generale che, senza spiegazione alcuna, è ferma dal 1999 nonostante quella degli specializzandi universitari sia stata adeguata nel 2006. In soldoni uno specializzando universitario ha una borsa di circa 1.800 euro mensili, quello di medicina generale solo di 800 nonostante maturi, ex lege, crediti formativi universitari in materia addirittura superiore rispetto ai colleghi dei reparti di formazione universitaria». La decisione, proseguono, «è fondamentale in quanto riafferma la teoria del sovrannumero. Da sempre, infatti, sosteniamo che innanzi a un concorso illegittimo, l'unico rimedio possibile è quello dell'ammissione in sovrannumero, in quanto il diritto allo studio e alla formazione professionale è libero, come la Costituzione prevede, e può essere compresso solo innanzi a una prova conforme a legge. Se, come accaduto, questa prova è illegale, a tutti deve essere consentito studiare o specializzarsi».
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