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Assosalute: dal bagno dopo mangiato alle meduse, 6 italiani su 10 credono a falsi miti estivi

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Quasi 7 italiani su 10 hanno sentito dire che bisogna aspettare almeno tre ore per fare il bagno dopo aver mangiato, che le carote stimolano l’abbronzatura (53,2%) e che l’acqua di mare disinfetti le ferite (50,1%). A rivelarlo, la ricerca di Human Highway per Assosalute, l’Associazione farmaci di automedicazione, parte di Federchimica secondo cui 6 italiani su 10 hanno ripetuto almeno una volta uno di questi miti estivi come consiglio a qualcun altro, un’attitudine diffusa anche tra le generazioni più giovani.

“Ci è sempre stato raccomandato di aspettare tre ore prima di fare il bagno dopo aver mangiato - ha detto Claudio Cricelli, presidente emerito della Simg (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie) - a prescindere da ciò che si è consumato a pranzo. Un’attesa che, però, sembra spesso eccessiva rispetto al tempo realmente richiesto per la digestione”.
Cricelli specifica, infatti, che sono mediamente necessari 20 minuti per digerire un succo di frutta, 30-40 per frutta e verdura cruda, 1 ora per i carboidrati, il latte scremato, i formaggi freschi, il pesce, 3-4 ore per una bistecca di manzo, 4-5 per i formaggi stagionati e 5 per la carne di maiale. “Anche se non vi sono evidenze scientifiche chiare e univoche sulla pericolosità di fare il bagno dopo un pasto - ha aggiunto - consiglio in generale di evitare di tuffarsi o immergersi repentinamente in acque fredde, o di farlo solo, in extremis, in compagnia di altre persone, che in caso di emergenza possono intervenire”.

In caso di ferite e lesioni alla pelle, l’acqua salata, come molti credono, non è il primo rimedio da utilizzare: “In questi casi, la cosa fondamentale è detergere la ferita con acqua corrente non contaminata. In assenza di questa, sì, è possibile utilizzare anche l’acqua marina, a condizione che sia pulita e priva di detriti e sabbia. Dopo la detersione è bene disinfettare adeguatamente la ferita e successivamente coprirla per evitare contaminazioni dall’esterno.”
E in caso di punture di tracina o medusa? “Contrariamente alla credenza diffusa, l’uso dell’urina è soltanto un rimedio popolare poco utile e non supportato da evidenze scientifiche. Il ghiaccio può peggiorare la situazione, ciò che è consigliabile, invece, è lavare immediatamente la zona interessata con acqua calda – circa 40° – non dolce, e applicare una crema specifica antinfiammatoria o un gel al cloruro di alluminio o uno spray all’acqua di mare che aiutano a ridurre l’irritazione”.

Cricelli ricorda che ci sono alimenti che possono favorire la produzione di melanina e migliorare l’abbronzatura, non solo le carote, anche se, precisa, “le evidenze scientifiche raccomandano l’assunzione di sostanze contenti carotenoidi per il loro effetto protettivo contro il cancro della pelle, le bruciature, il fotoinvecchiamento e le macchie cutanee.” “In generale - conclude Cricelli - la risorsa più grande per la pelle anche con l’obiettivo di abbronzarsi è l’idratazione e l’applicazione di creme protettive”.



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