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Microbiota tra ricerca e innovazione, focus al Cnr
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Una giornata di confronto interamente dedicata al microbiota. Questo il fine del workshop "Microbiota tra mito e realtà - Le nuove frontiere della ricerca e dell'innovazione tecnologica perché il microbiota sia sempre più una utile realtà", organizzato dal Dipartimento di scienze biomediche del CNR (CNR-DSB), in collaborazione con Wellmicro (NAMED Group) - prima e unica azienda italiana dedicata esclusivamente all’analisi del microbiota umano, animale e vegetale – sponsor non condizionante dell'evento.
L’incontro, nella sede del CNR a Roma, ha visto la partecipazione di ricercatori ed esperti riuniti ad illustrare le novità nel campo della ricerca scientifica e le ultime frontiere dell’innovazione tecnologica relative allo studio del microbiota, e a confrontarsi sull’auspicabile futuro utilizzo di tali conoscenze nella pratica clinica.
In apertura dei lavori l’introduzione da parte di Giovanni Maga, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche del CNR: «Lo scopo di questo workshop è far conoscere le diverse realtà operanti nel CNR sul microbiota, tema di grande attualità, e insieme stimolare le collaborazioni scientifiche e le interazioni tra i ricercatori» e di Vincenzo di Marzo, dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR che ha sottolineato come l’attività di ricerca sul microbiota intestinale portata avanti dall’Unità mista Internazionale CNR/ Université Laval sia solo un esempio della collaborazione internazionale tra centri di ricerca che si occupano di chimica biomolecolare e della sua influenza sulla salute umana.
A seguire, Serena Sanna dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del CNR (IRGB-CNR) ha posto l’accento su quanto sia importante studiare le interazioni tra le caratteristiche genetiche dell’ospite e il suo microbiota sostenendo che: «allo stato attuale le conoscenze sono ancora circoscritte e per descrivere questi rapporti occorre raccogliere dati provenienti da ampie casistiche».
Il dibattito su Microbiota e innovazione, dalla ricerca alla clinica, è stato moderato da Gianluca Sotis, dell’Unità Prevenzione e Protezione del CNR (UPP-CNR), che ha dichiarato: «la ricerca in campo medico deve sempre avere l’obiettivo di trasferire i propri risultati all’applicazione clinica, per prevenire le patologie e migliorare le cure. Lo studio del microbiota è in questa importante fase di transizione grazie alle innovazioni tecnologiche». Andrea Castagnetti, Direttore Generale di Wellmicro, ha quindi illustrato il lavoro attualmente svolto nei laboratori dell’azienda bolognese, ponendo in evidenza come il test del microbiota intestinale di Wellmicro ricostruisca la composizione microbica del campione avvalendosi di innovativi strumenti bioinformatici come database e algoritmi proprietari per una più efficiente identificazione dei microrganismi e della loro interpretazione funzionale. Sul futuro, invece, ha annunciato l’imminente salto alla metagenomica sia per la proposta di analisi del singolo individuo che delle migliaia di campioni già presenti nel database di Wellmicro: «Abbiamo intenzione di generare uno dei più importanti database di metagenomica a livello internazionale per avventurarci nelle nuove frontiere del microbioma come la "dark matter" e i batteriofagi».
Giovanni Spera Endocrinologo, Professore di Medicina Interna della Sapienza Università di Roma, ha parlato di microbiota e terapia nutrizionale: «Sono note le interazioni tra alimentazione e microbiota. Oggi la terapia nutrizionale ha sempre più bisogno di una attenta valutazione del microbiota intestinale per l’influenza che le sue modifiche possono avere sulla risposta alla dieta e sulla insorgenza stessa di patologie molto diffuse quali l’obesità e il diabete». Alessandra Graziottin dell’Università di Verona ha descritto il microbiota come "regista segreto della salute" della donna: «In ambito uroginecologico e ostestrico è infatti in prima linea nella fisiopatologia delle infezioni uroginecologiche ricorrenti, nella regia della fertilità, nella modulazione della salute di mamma e bambino in gravidanza, nel dolore pelvico cronico e persino in ambito oncologico». Daniele Generali, professore di Oncologia dell’Università degli Studi di Trieste è invece intervenuto su composizione del microbiota fecale e tumore della mammella metastatico: «È di crescente interesse il valore predittivo della composizione del microbiota intestinale nel condizionare la risposta alla terapia, soprattutto l’immunoterapia, di alcuni tumori. Stiamo cercando di capire come il microbiota intestinale possa condizionare l’efficacia del trattamento del tumore della mammella metastatico con farmaci molto attivi, gli inibitori CDK4/6, oggi usati in prima linea nella cura delle pazienti».
Infine, Gianluca Ianiro del Centro Malattie Apparato Digerente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha affrontato il tema del microbiota intestinale dal punto di vista della pratica clinica: «Il crescente interesse per il microbiota e la maggiore conoscenza della sua composizione, grazie alle sofisticate tecniche metagenomiche, ci portano sempre più a considerarlo un marker prezioso nella valutazione dello stato di salute dei pazienti. È ora necessario pensare a vere e proprie linee guida per uniformare il metodo di analisi del microbiota, l’interpretazione clinica dei risultati e gli eventuali interventi terapeutici correttivi».
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