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Malattia di Crohn: tecnica mininvasiva e cellule staminali le nuove frontiere
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Nuove tecnologie e conoscenza delle tecniche relative all’utilizzo delle cellule staminali. Con questi elementi è stata ideata una strategia chirurgica meno invasiva, che ha in sé la capacità di migliorare sia i risultati intesi come successo dell’intervento chirurgico, sia di ridurre l’ospedalizzazione e i tempi della ripresa delle attività sociali e professionali.
L’équipe chirurgica del prof. Massimiliano Varriale, proctologo del Sandro Pertini di Roma, ha eseguito, come intervento chirurgico elettivo, una chiusura di fistola retto vaginale plurirecidiva in malattia di Crohn con tecnica mini invasiva transanale e transvaginale, utilizzando cellule staminali ottenute dalla microfiltrazione del grasso sottocutaneo prelevato dalla parete addominale anteriore – lipofiller – poi inoculate direttamente nella fistola rettovaginale come innesto autologo di proprie cellule staminali, tutto in regime di Day Hospital.
L’innesto autologo delle cellule staminali determina la chiusura per compressione del tramite fistoloso grazie al determinismo di cellule costituenti il tessuto cicatriziale e originate dalle cellule staminali innestate.
"Si tratta di un risultato di grande rilievo - spiega una nota - se si tiene conto, in generale, dell’elevato rischio di recidiva della fistola retto vaginale, ancora più significativo nella malattia di Crohn, dell’elevata invalidità sociale e non ultimo delle tecniche chirurgiche piuttosto invasive utilizzate per la cura, che in questo caso state ridotte al minimo".
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