Medicina e ricerca

Gise: al via la fase finale di Resil-Card, la proposta di piano anti-crisi per le emergenze sanitarie

di Francesco Saia* e Alfredo Marchese**

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24 Esclusivo per Sanità24

Siamo ancora impreparati a una nuova possibile emergenza sanitaria o ambientale. Eventi che possono impiegare poco tempo a mettere in crisi il sistema sanitario e, con esso, l’accesso all’assistenza e alle cure cardiovascolari, mentre possono volerci molti anni prima che la situazione si ristabilizzi, come si è visto nel post Covid. Il piano pandemico nazionale è rimasto fermo al 2014, ma noi ci siamo mossi da tempo perchè non possiamo permettere che la storia si ripeta. È infatti indispensabile garantire che il ‘meccanismo salvavita’ della rete sanitaria operi senza interruzioni, come un orologio perpetuo. In questo contesto si inserisce il progetto RESIL-Card, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma EU4Health, che ha l’obiettivo di realizzare uno strumento in grado di misurare la resilienza dei sistemi sanitari dinanzi alle crisi. Giunto ormai alla fase finale, RESIL-Card è composto, per l’Italia, dalla Società Italiana di Cardiologia interventistica (GISE), affiancato dall’Unità di ricerca sui servizi e sistemi sanitari del centro medico Amsterdam UMC (Paesi Bassi), dalla rete globale di cardiologi interventisti We CARE (Francia) e dal Servizio sanitario catalano CatSalut (Spagna).

Questo progetto, partito lo scorso anno, ci permetterà quindi di comprendere quali sono i punti deboli dei sistemi sanitari che potrebbero andare in tilt durate una crisi, qualunque essa sia, e di stilare una serie di indicazioni utili per ridurre le vulnerabilità e aumentare la resilienza dell’assistenza e delle cure cardiovascolari. Il progetto triennale si articola dunque in tre fasi. La prima, conclusa, si è incentrata sull’analisi della letteratura e su uno screening fra gli operatori sanitari che ci hanno permesso di individuare le criticità che hanno impedito l’erogazione regolare delle cure cardiologiche nel periodo pandemico. La seconda, anch’essa conclusa, ha organizzato focus group nelle diverse nazioni coinvolte a cui hanno partecipato le figure che compongono la ‘filiera sanitaria’ e che hanno stabilito i criteri organizzativi per la realizzazione dello strumento di resilienza, che prevediamo di aver pronto, almeno in versione preliminare, entro la primavera 2025. Ora verrà condotta – come terza e ultima fase – una sperimentazione che coinvolgerà professionisti e istituzioni sanitarie dell’Italia e della Catalogna e alla fine verrà stilato un vero e proprio piano anti-crisi, utilizzando l’esperienza portata anche da Pierre Carli, direttore del servizio emergenza-urgenza (SAMU) di Parigi e coordinatore del piano sanitario delle recenti Olimpiadi di Parigi.

*Presidente GISE e cardiologo interventista all’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Policlinico Sant’Orsola
**Responsabile cardiologia interventistica dell’Ospedale S.Maria GVM di Bari


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