Medicina e ricerca
One Health, serve un’alleanza multidisciplinare su modello delle Reti oncologiche regionali
di Rossana Berardi *
24 Esclusivo per Sanità24
Per promuovere la One Health in tutta Italia servono una Task Force nazionale e delle Reti regionali. È necessaria subito una nuova alleanza multidisciplinare tra specialisti di ambiti diversi per una “rete della salute” in grado di realizzare interventi coordinati sulla base di percorsi ed indicatori condivisi. Il modello organizzativo e di lavoro deve essere quello delle Reti oncologiche regionali che, dove attivate, hanno dimostrato ottimi risultati.
È quanto sostiene una Faculty di oltre 90 scienziati nel documento “One Healthon, La Rete della Salute” elaborato da “Forum One Health: laboratorio di idee”. Si tratta di un progetto nazionale promosso per favorire la prevenzione, la ricerca, l’innovazione e la corretta comunicazione. L’obiettivo è realizzare la One Health attraverso il confronto interno tra gli specialisti e un dialogo con le Istituzioni. Il documento programmatico, presentato alla Camera in un convegno nazionale, è frutto del lavoro di otto tavoli di lavoro tematici che hanno, nei mesi scorsi, prodotto un elenco di possibili proposte. I coordinatori dei tavoli, oltre alla sottoscritta, sono Attilio Bianchi, Mauro Boldrini, Vincenzo Caputo, Roberto Danovaro, Alessandro Delle Donne, Nicla La Verde e Giuseppe Quintavalle.
Il Forum nasce con l’intento di individuare progettualità condivise e realizzare azioni concrete. La scienza e la ricerca hanno dimostrato come sia possibile ridurre il forte impatto delle malattie non trasmissibili. Bisogna intervenire sugli stili di vita, sull’inquinamento ambientale e puntare ad un miglioramento generale dell’assistenza sanitaria. È questo l’approccio One Health che intendiamo portare avanti ma per farlo vanno create una regia nazionale e delle Reti dislocate sui diversi territori. Cambiamenti climatici, inquinamento, possibili nuove pandemie o emergenze sanitarie globale come l’antibioticoresistenza sono solo alcune delle sfide che dobbiamo affrontare, come spiega Giuseppe Quintavalle, commissario Asl Roma 1, Referente Rapporti istituzionali e Referente Area Centro del Progetto One Healthon.
È richiesta una sempre maggiore programmazione, collaborazione e anche un impegno comune per promuovere la cura, la ricerca e soprattutto la prevenzione. È poi necessario un approccio multidisciplinare soprattutto nelle diverse aziende sanitarie dove devono lavorare team che includano medici, veterinari, ecologi e anche esperti in formazione e comunicazione.
Un esempio organizzativo virtuoso della nuova sanità è quello fornito dalle Reti oncologiche regionali. Il cancro è una delle malattie più diffuse nel nostro Paese per un totale di oltre 3 milioni di persone coinvolte direttamente. Le Reti dove sono state messe nelle condizioni reali di funzionare hanno prodotto ottimi risultati per pazienti, caregiver e anche il resto della cittadinanza. Favoriscono, infatti, un migliore coordinamento delle attività di presa in carico del malato. Inoltre abbattono le criticità che possono verificarsi nelle diverse strutture sanitarie sia ospedaliere che territoriali. Infine il processo di digitalizzazione della sanità può favorire la One Health attraverso il ricorso a sistemi informatici interoperabili. Fondamentale è la condivisione dei dati sanitari elettronici integrati con quelli extra-sanitari. Anche in questo modo è possibile disporre di un tempestivo accesso a informazioni per monitorare costantemente la sanità pubblica.
* Ordinario di Oncologia UnivPm, Direttrice clinica Oncologica Aou Marche, Coordinatrice scientifica progetto One Healthon e Presidente di One Health Foundation
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