Medicina e ricerca

Airo: assegnati solo 31 posti su 170 disponibili (18%) per la specialità di Radioterapia

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Solo 31 su 170 posti di Specialità di Radioterapia (pari al 18%) sono stati finora assegnati per l’anno accademico che inizierà a novembre. Troppi pochi per una specializzazione impiegata in oltre il 60% dei malati di tumore e che risulta curativa in oltre il 40% dei casi. L’Oncologia Radioterapica è, insieme alla Chirurgia Oncologica e all’Oncologia Medica, una delle tre principali discipline che curano i tumori.
“Ogni anno in Italia oltre 200.000 i pazienti affetti da tumore che devono essere sottoposti a radioterapia: è uno dei pilastri della cura. Se mancano i radioterapisti – sottolinea Marco Krengli, Presidente dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO) - significa che non potremo curare i malati di cancro che necessitano di questo trattamento. Ecco perché è un problema che riguarda tutti e non solo noi “addetti ai lavori”

I vantaggi per gli studenti e futuri medici

Nonostante sia poco conosciuta, la radioterapia offre grandi vantaggi sia agli studenti che ai futuri medici, possibilità di far carriera, è una scienza dinamica e in evoluzione e (cosa che interessa molto alle nuove generazioni) consente ritmi di vita non troppo stressanti. “L’Oncologia Radioterapica è una specializzazione estremamente dinamica e internazionale, in forte crescita grazie alle continue innovazioni tecnologiche e molecolari. Si interfaccia con tutte le discipline dell’ambito oncologico – aggiunge Stefano Pergolizzi, Presidente Eletto AIRO - e offre grandi opportunità d’impiego nel mondo del lavoro. Non tutti sanno che dopo 4 anni di studi e non 5 come altre discipline apre già le porte dei neo-specialisti al mondo delle cure oncologiche non solo nei reparti di radioterapia oncologica, ma anche in quelli di oncologia medica e di cure palliative, essendo infatti affine a queste specialità”.

Una professione dentro e fuori l’ospedale

Sono numerosi i motivi per cui può essere vantaggioso scegliere questa specialità.“Consente di svolgere attività libero-professionale sia all’interno, sia al di fuori delle strutture ospedaliere, offrendo opportunità di impiego anche nelle aziende farmaceutiche e in quelle di tecnologie. Il mondo accademico e della ricerca scientifica – spiegano Sara Ramella e Michela Buglione, delegate alle Scuole di Specializzazione del Collegio dei Professori di Radioterapia - offrono inoltre ulteriori possibilità di realizzare i propri obiettivi. È infine da considerare che consente una buona qualità di vita, con ritmi e orari di lavoro complessivamente ben compatibili con la vita sociale e familiare”.

Poco conosciuta perché poco insegnata nei corsi di medicina

Quali i motivi della scarsa scelta della Radioterapia Oncologica? Anzitutto la poca conoscenza. È troppo poco insegnata nei corsi di Medicina delle nostre Università e raccoglie quindi poche vocazioni. Anche in passato non è stata spesso tra le prime scelte dei neolaureati, ma coloro che l’hanno scelta si sono poi appassionati e hanno completato con entusiasmo il percorso di studio.

“È per questi motivi che riteniamo di dover incoraggiare i neolaureati (attuali e futuri) e coloro che ancora sono indecisi, a non perdere l’opportunità e scegliere questa specializzazione in cui si coniugano conoscenze, competenze e abilità - conclude Krengli - che vanno dalle scienze di base alle scienze cliniche e all’uso della tecnologia, in cui si integrano l’impiego di farmaci innovativi e mezzi tecnologici avanzatissimi e in cui si hanno grandi opportunità di ricerca che contribuisce allo sviluppo e al progresso delle cure oncologiche”.


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