Medicina e ricerca
Pediatri e neonatologi: la protezione dal virus respiratorio sinciziale sia offerta a tutti i nuovi nati
24 Esclusivo per Sanità24
La protezione dal virus respiratorio sinciziale (VRS) deve essere messo a disposizione di tutti i nuovi nati. Lo chiedono la Società italiana di pediatria (Sip) e la Società italiana di neonatologia (Sin) in una nota congiunta in cui commentano i contenuti della nota dell’Istituto superiore di sanità secondo occorrerebbe valutare con attenzione se il basso livello di rischio dei bambini sani giustifichi adeguatamente il ricorso a tappeto dell’anticorpo monoclonale Nirsevimabad un trattamento che, per quanto sulla base degli studi clinici appaia sufficientemente sicuro, non può essere ovviamente considerato del tutto privo di rischi.
Sip e Sin, invece, proprio alla luce delle evidenze scientifiche, ribadiscono “l’urgenza di una prevenzione efficace per tutti i nuovi nati prima della stagione di picco epidemico che va da novembre a marzo, e raccomandano l’equità di offerta in tutto il territorio italiano”.
“L’anticorpo monoclonale Nirsevimab - spiegano Sip e Sin - è la prima forma di immunizzazione destinata a tutti i neonati per la protezione dal VRS durante la loro prima stagione epidemica. Ha dimostrato di essere uno strumento di prevenzione sicuro ed efficace nella riduzione del carico di malattia associato a VRS negli studi registrativi e negli studi di vita reale condotti nei Paesi che hanno già adottato una strategia universale di immunizzazione. In Spagna, Francia e Usa, che hanno utilizzato l’anticorpo nella stagione VRS 2023-2024, il numero di ospedalizzazioni correlate al VRS si è ridotto in una percentuale compresa tra 80 e 90%. In Val d’Aosta, unica regione italiana ad aver utilizzato l’anticorpo nella scorsa stagione, nessuno dei neonati trattati è stato ricoverato per malattie del tratto respiratorio inferiore causate da RSV”.
Le due società scientifiche ricordano che il è uno dei principali agenti patogeni che colpiscono le vie respiratorie nei più piccoli. E’ l’agente principale della bronchiolite, prima causa di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita. A livello mondiale causa ogni anno circa 33 milioni di infezioni delle basse vie respiratorie tra i bambini sotto i 5 anni, con 3,6 milioni di ospedalizzazioni e oltre 100.000 decessi. Il costo indotto è di circa 4.82 miliardi di Euro. Più del 60% dei bambini, ricordano, contrae il Vrs entro il primo anno di vita e quasi tutti entro i 2 anni. Considerando un’intera coorte di nascita, circa il 20% dei neonati sviluppa un’infezione grave che richiede assistenza medica e quasi il 4% della coorte di bambini nel primo anno di vita necessita di ospedalizzazione. Tra i ricoverati, il 20% finisce in terapia intensiva.
Anche le Società Scientifiche riunite nel Calendario Vaccinale per la vita hanno raccomandato nel position paper pubblicato a febbraio 2023 che tutti i neonati e bambini alla prima stagione di VRS vengano protetti dal virus. Il board, che riunisce igienisti, medici di medicina generale e pediatri, ringrazia il ministero della Salute per “il grande impegno profuso nel garantire l’equità di offerta sul territorio nazionale” e raccomanda che le Regioni “si attivino per l’offerta del Nirsevimab per tutti i nuovi nati”. “Tutti i bambini - afferma il board in una nota - sono a rischio di sviluppare una forma di infezione severa delle basse vie aeree da Vrs, come bronchiolite e polmonite, tale da richiedere assistenza medica, ambulatoriale o ospedaliera. Vi sono fattori di rischio aggiuntivi per una prognosi più grave, quali nascita pretermine, displasia bronco-polmonare, cardiopatie congenite e altre malattie che implicano deficit immunitari o neuromuscolari”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA