Medicina e ricerca
Atassia Telangiectasia: cosa abbiamo imparato dal più grande studio clinico mondiale in una malattia pediatrica, neurologica e rara oggi priva di terapia
di Mauro Magnani *
24 Esclusivo per Sanità24
Il 15 agosto 2024 Lancet Neurology, la rivista più importante al mondo nel campo della Neurologia e in particolare della Neurologia Clinica, ha pubblicato i risultati dello studio “Safety and efficacy of intra-erythrocyte dexamethasone sodium phosphate in children with ataxia telangiectasia (ATTeST): a multicentre, randomised, double-blind, placebo-controlled phase 3 trial” . Lo studio ha esplorato l’uso innovativo dei globuli rossi come veicolo per somministrare un farmaco a basse dosi in bambini affetti da una malattia pediatrica molto rara, l’atassia telangiectasia. Questa malattia neurodegenerativa colpisce 1-2,5 bambini ogni 100.000 nati e non ha nessuna terapia disponibile.
La tecnologia impiegata in questo studio clinico è stata scoperta e brevettata in Italia dal gruppo guidato dall’autore di questo articolo presso l’Università degli Studi di Urbino che insieme alla professoressa Luigia Rossi nel 2007 ha fondato la start up EryDel SpA. Con il supporto di fondi di venture capital e alcuni finanziamenti pubblici, EryDel ha portato in clinica questo approccio terapeutico innovativo. Recentemente l’asset è stato acquisito da Quince Therapeutics, che ha iniziato un ulteriore studio e ricevuto dall’ Fda il riconoscimento di una “Fast Track designation”.
Lo studio pubblicato su Lancet Neurology è stato condotto in 22 centri clinici distribuiti in 12 Paesi di 5 continenti e ha coinvolto 175 pazienti di età pari o superiore a 6 anni. I pazienti sono stati suddivisi per ricevere il trattamento o un placebo, mostrando una significativa efficacia nei bambini di età compresa tra 6 e 9 anni, senza gli effetti collaterali solitamente associati ai corticosteroidi.
Lancet Neurology, assieme alla pubblicazione di questa ricerca scientifica, ha pubblicato anche una riflessione “Lessons from the AtteST trial in ataxia telangiectasia” evidenziando l’enorme complessità di studi come quello riportato a causa del basso numero dei pazienti e della loro dispersione in aree geografiche molto vaste. In realtà questa difficoltà è presente in tutti gli studi clinici di fase 3 quando si tratta di malattie rare ma ha complicazioni addizionali quando si tratta di malattie pediatriche neurologiche rare. Rispetto agli studi che riguardano individui adulti devono essere valutati attentamente gli aspetti etici sia nell’ottenere il loro consenso informato sia nella necessità di una valutazione dei rischi intrinseci nella sperimentazione di ogni nuova terapia. Per tale ragione, Lancet Neurology sottolinea anche l’importanza di aver dimostrato l’assenza di fenomeni avversi e o tossicità del trattamento.
Questi risultati rappresentano una pietra miliare nel trattamento dell’atassia telangiectasia. Abbiamo dimostrato che è possibile migliorare la qualità della vita dei nostri pazienti più piccoli con una terapia efficace e sicura.
Gli sforzi scientifici ed economici che hanno permesso di realizzare uno studio così complesso in paesi che vanno dagli Usa all’Europa, dall’India all’Australia all’Africa sono tutti indirizzati a far sì che questa tecnologia possa diventare accessibile a tutti i pazienti che finalmente potrebbero disporre di un trattamento specifico.
Con questo lavoro abbiamo imparato anche che è possibile realizzare uno studio internazionale così grande e complesso per una malattia neurologica rara e progressiva. In futuro, l’auspicio è che sia possibile realizzare studi clinici con numeri più limitati di pazienti e con costi più contenuti. Ragionevolmente tale obiettivo potrà essere raggiunto solo con uno sforzo congiunto delle aziende, dell’accademia e dei pazienti e loro famiglie che solo lavorando assieme potranno garantire il progresso verso lo sviluppo di una cura per queste malattie rare.
* Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università degli Studi “Carlo Bo”
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