Medicina e ricerca

UniCamillus: con i progetti Sosta e System la sfida delle nanotecnologie diventa realtà

di Paolo Castiglia

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La Commissione europea le ha definite tecnologie “ad alta intensità di conoscenza e associate ad elevata intensità di Ricerca & Sviluppo, a cicli d’innovazione rapidi, a consistenti spese di investimento e a posti di lavoro altamente qualificati”. Rendono possibile” l’innovazione nei processi, nei beni e nei servizi in tutti i settori e hanno quindi rilevanza sistemica. Sono multidisciplinari, interessano tecnologie tra le più varie e tendono a convergere e a integrarsi”.
Parliamo delle Ket, key enabling technology, a cui appartengono le nanotecnologie, le scienze che studiano l’infinitamente piccolo, decisive anche in campo sanitario. Su questo terreno è impegnata decisamente UniCamillus, capofila sul terreno della ricerca in particolare su due progetti di cui il prof. Gianfranco Peluso (ordinario di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate e di Alimentazione e Promozione della Salute presso l’Ateneo Medico) è Direttore Scientifico e che sono dedicati appunto alle nanotecnologie applicate alla medicina: il progetto Sosta riguarda l’oculistica, System la sarcopenia e l’invecchiamento.
Come spiega direttamente Peluso in un suo testo di divulgazione scientifica “le nanoparticelle solide lipidiche e le nanoparticelle polimeriche sono state recentemente proposte come sistemi nanotecnologici biocompatibili e biodegradabili per la veicolazione di un gran numero di molecole bioattive. Si tratta in pratica di nano-cargo progettati per trasportare molecole bioattive in cellule bersaglio massimizzando l’indice terapeutico, riducendo gli effetti collaterali e amplificando l’effetto desiderato.
“Grazie a questo – approfondisce Peluso - possiamo risolvere uno dei più grandi problemi che si è presentato a livello terapeutico: quante molecole innovative, assolutamente attive e potenzialmente assai efficaci, abbiamo dovuto abbandonare perché non erano assorbibili? Attraverso le nano-strutture, oggi, e nel futuro sempre di più, saranno invece rese biodisponibili. Abbiamo lo shuttle, l’equipaggio lo avevamo già ma era rimasto a terra: ora può viaggiare indisturbato nel corpo umano”.
Questo impegno di UniCamillus sul terreno della ricerca medica ha avuto un importante riconoscimento nella scelte di finanziamento legate al Pnrr: dei fondi erogati dall’Unione Europea - che sono stati messi a bando dal Ministero dell’Università e della Ricerca in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - UniCamillus ha infatti ottenuto il sostegno più ampio nella misura di 1.264.954 euro e il progetto nel complesso è stato finanziato per 2.467.099,00 euro.
“Si tratta di un risultato straordinario - ha dichiarato in proposito il Rettore dell’Unicamillus, Gianni Profita - rappresenta senza dubbio un riconoscimento alla validità e alla qualità del lavoro che svolgiamo tutti i giorni in UniCamillus. Il fatto che ci sia stato assegnato questo importante finanziamento è però anche un motivo di grande responsabilità, che ci sprona a portare avanti al meglio il nostro percorso di crescita a vocazione internazionale”.
Tornando alle nanotecnologie, che rappresentano comunque solo uno dei molti ambiti sui quali la ricerca scientifica medicale viene sollecitata e promossa da UniCamillus, il prof. Gianfranco Peluso, nel testo già citato, spiega che “si possono fare anche cose che prima non erano concepibili. Oggi - e, ribadiamo, sempre di più d’ora in poi - potremo utilizzare delle ‘pillole nano-sensori’ in grado di veicolare e ricevere messaggi, di ‘interrogare’ un distretto biologico ottenendo risposta: risposte - al plurale - informazioni, avvertimenti, ‘warnings’! Tramite i nano-sensori si potrà mappare un’area del nostro organismo, condensare informazioni, e capire cosa c’è che non va e che deve essere curato”.


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