Medicina e ricerca

Con la dieta mediterranea minor rischio di mortalità nelle persone con tumore

di Licia Iacoviello *

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La Dieta Mediterranea si rivela un ottimo alleato per la salute anche dopo una diagnosi di tumore e non bisogna mai smettere di fare prevenzioni. È quello che abbiamo verificato grazie ai risultati dello studio del Progetto Umberto condotto insieme alla Fondazione Umberto Veronesi Ets e l’Irccs Neuromed di Pozzilli con l’obiettivo di studiare più approfonditamente il rapporto tra alimentazione e tumori, con un focus particolare sulla dieta mediterranea. Abbiamo così potuto vedere come le persone che hanno ricevuto una diagnosi per qualsiasi tipo di tumore e che hanno aderito, nell’anno precedente il loro ingresso nello studio, a uno stile alimentare ispirato ai principi mediterranei, vivono più a lungo rispetto a chi aderisce meno alla Dieta Mediterranea.
Pubblicata sulla rivista americana Jacc CardioOncology, con questa ricerca abbiamo analizzato i dati di 800 adulti italiani, uomini e donne, che al momento dell’ingresso nello studio epidemiologico denominato “Moli-sani” avevano già avuto una diagnosi di tumore. Abbiamo seguito i pazienti per oltre 13 anni, disponendo di dettagliate informazioni sui consumi alimentari. I nostri dati mostrano che le persone con un tumore, che seguono uno stile alimentare mediterraneo, hanno un rischio di mortalità più basso di chi invece non segue la dieta mediterranea.
Il beneficio risulta particolarmente evidente per la mortalità cardiovascolare. Altro messaggio importante di questo studio è che tumori e malattie cardiovascolari, anche se apparentemente diversi, condividono gli stessi fattori di rischio. È quello che in letteratura è noto come ‘common soil’, un terreno comune da cui si originano queste diverse patologie. Considerando che il numero di pazienti che sopravvive a lungo al cancro è destinato ad aumentare nel tempo, grazie a terapie sempre più mirate ed efficaci, con questo studio abbiamo posto una pietra miliare su quanto lo stile di vita a tavola possa prolungare la sopravvivenza.

* Professore Ordinario di Igiene Generale e Applicata dell’Università Lum “Giuseppe Degennaro” di Casamassima-Bari e Direttore Dip.to Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed


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