Medicina e ricerca

Melanoma, con “super-immunoterapia” di tre farmaci la sopravvivenza arriva al 72% nei casi gravi

di Paolo Ascierto*

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Gli studi sull’immunoterapia contro il melanoma non si fermano. Ad aprire una nuova frontiera è lo studio RELATIVITY-048 che ha sperimentato una “superimmunoterapia” composta da tutti e tre i farmaci immunoterapici contemporaneamente invece di due, come avvenuto finora. Il tris è composto da nivolumab, relatlimab e ipilimumab, tutti inibitori del checkpoint immunitario, in grado cioè di togliere i “freni” al sistema immunitario contro il melanoma, che porta la percentuale di sopravvivenza dei pazienti con melanoma avanzato, seguiti per più di 4 anni, a ben il 72%. Più del 20% di quanto farebbero i farmaci somministrati da soli o in coppia. Il lavoro è stato coordinato dal mio gruppo di lavoro della Fondazione Melanoma e del Pascale, in collaborazione con le università di Zurigo, di Aix-Marseille, di Losanna, di Oxford e del The Sidney Kimmel Comprehensive Cancer Center della Johns Hopkins Medicine. I risultati preliminari sono stati presentati oggi al congresso ASCO (American Society of Clinical Oncology) in corso a Chicago. Preliminari – il nostro studio ha coinvolto solo 46 pazienti con melanoma avanzato e di età media pari a 61 anni – ma non per questo meno incoraggianti, dal momento che riguardano pazienti con forme di melanoma avanzato inoperabile, con presenza anche di metastasi epatiche e cerebrali, quindi con una prognosi piuttosto sfavorevole.

Nel nostro studio la “tripletta” di immunoterapici si è dimostrata promettente, ottenendo circa il 60% di risposte e merita certamente di essere indagata in studi clinici più ampi. I pazienti hanno ricevuto la tripla combinazione di nivolumab, relatlimab e ipilimumab per una durata media di 5 mesi e sono stati poi seguiti in media per 49,4 mesi. Abbiamo registrato un tasso di sopravvivenza alla malattia del 72% a 4 anni, superiore a quello osservato con altri regimi terapeutici che prevedono la somministrazione di due immunoterapici. Nel 20% dei pazienti abbiamo registrato una remissione completa. Anche i dati sulla sicurezza del trattamento sono molto incoraggianti. Sorprendentemente, la tossicità è quasi sovrapponibile a quella del trattamento in combinazione di due immunoterapici, ipilimumab-nivolimab, e non sono emersi ulteriori eventi avversi.

*Presidente Fondazione Melanoma
Direttore dell’Unità di Oncologia, Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale (Napoli)


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