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Lupus eritematoso sistemico: in Sardegna un caso ogni mille abitanti, il doppio della media nazionale

di Davide Madeddu

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In Sardegna c’è la più alta incidenza nazionale di persone affette da lupus eritematoso sistemico. Nell’isola le persone affette da questa patologia che, nel resto d’Italia colpisce una persona su 2 mila, sono 1.600 con una media di un malato ogni 1.000 abitanti. Il dato è del Centro di riferimento regionale perla diagnosi e terapia, la Reumatologia del Policlinico Duilio Casula dove viene accolta la maggior parte dei malati in Sardegna, offrendo un supporto ambulatoriale in day hospital e, quando indicato, in regime di ricovero. «In Italia oltre 60mila persone ne soffrono - sottolineano dal centro - con 1.500-2mila nuovi casi ogni anno, di cui 9 pazienti su 10 sono di sesso femminile».
«La patologia autoimmune può presentarsi già durante l’infanzia - spiega il direttore Alberto Cauli-, ma predilige le giovani donne tra i 15 e 45 anni, il 90% dei casi totali diagnosticati nel nostro Paese. Il lupus può aggredire pelle, articolazioni, cuore, polmoni, reni e cellule del sangue, compromettendo la qualità della vita di chi ne è affetto. Il sistema immunitario perde la sua abilità nel differenziare agenti esterni da cellule e tessuti appartenenti all’organismo, così reagisce attaccandolo».
I sintomi più generali sono: eruzioni cutanee, in particolare sul viso (il classico “eritema a farfalla” sulle guance e sul naso), affaticamento, stanchezza estrema, febbre, dolori e gonfiori articolari. Solitamente gli sfoghi sulla pelle migliorano dopo alcuni giorni o settimane, ma possono durare più a lungo, divenire permanenti, dare prurito o dolore e possono peggiorare se esposti alla luce solare.
«La malattia può essere molto difficile da diagnosticare – dice ancora lo specialista - perché i disturbi che si manifestano sono simili a quelli di molte altre patologie comuni, possono variare notevolmente da persona a persona, con periodi in cui si acuiscono e altri in cui scompaiono. Non per altro viene soprannominata il “grande mimo”, proprio per la capacità di coinvolgere diversi organi e di presentarsi con una varietà di manifestazioni cliniche».
Negli ultimi anni, conclude Cauli, «le terapie del Lupus hanno fatto grandi passi in avanti, con la registrazione da parte di Ema e dell’Aifa di due nuovi farmaci specifici per il Les, che sono attualmente disponibili anche nella Reumatologia della Aou di Cagliari e che hanno contribuito, insieme ai progressi più generali, a migliorare notevolmente la prognosi e la qualità di vita dei pazienti affetti dalla malattia».


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