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Piano oncologico: a un anno dall’approvazione pressing della Favo per la piena operatività

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Il Piano Oncologico Nazionale (Pon) 2023-2027, a distanza ormai di un anno dalla sua approvazione, “non è operativo. Le 125 pagine del documento, che dovrebbe rappresentare la guida istituzionale di riferimento per la strategia di controllo dei tumori in Italia, sono totalmente disattese”. Lo evidenzia il 16/mo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, presentato oggi nell’ambito della XIX Giornata nazionale del malato oncologico, promossa da Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e dalle centinaia di Associazioni federate.

Il Rapporto contiene anche precise richieste: istituire una Cabina di regia nazionale per monitorare l’attuazione del Pon e lavorare con urgenza su quattro priorità, ovvero l’implementazione delle Reti Oncologiche Regionali, la realizzazione e diffusione dei Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali strettamente connessi alle Reti, la programmazione e valorizzazione del personale del servizio sanitario (entro il 2025 è previsto un ammanco di oltre 43.000 specialisti) e l’attivazione della Rete Nazionale Tumori Rari.

“È sotto gli occhi di tutti che, per la sanità pubblica, è venuto meno l’universalismo delle prestazioni, penalizzando particolarmente le persone socialmente più fragili - spiega Francesco De Lorenzo, presidente Favo -. La crisi strutturale del Servizio sanitario nazionale può infatti essere misurata con i livelli di diseguaglianza. È sempre più netta la distinzione tra cittadini che possono curarsi, ma con risorse proprie, e coloro che invece sono costretti a rinunciarvi. Per finanziare la sanità è necessaria una forte e condivisa volontà politica”.

Il Piano punta alla “piena realizzazione in tutte le Regioni delle Reti oncologiche, per favorire un’assistenza sempre più integrata tra l’ospedale e il territorio, implementare la digitalizzazione e valorizzare il ruolo di medici di medicina generale - spiega Francesco Perrone, presidente Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Si tratta di un imprescindibile modello organizzativo che garantisce la migliore presa in carico dei pazienti. Tutto questo richiede un’importante e trasparente attività di coordinamento, grazie alla collaborazione tra Istituzioni, società scientifiche e associazioni dei pazienti”.

Per il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, la situazione potrebbe sbloccarsi a breve e nel corso dell’incontro ha annunciato che “d’intesa con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, avvieremo la cabina di regia per monitorare l’attuazione del Piano oncologico nazionale (Pon). Lo faremo nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi”.

“La cabina di regia - aggiunge Vaia - è uno strumento concreto che consentirà di superare le diseguaglianze d’accesso alle cure e all’assistenza nel Paese, perché purtroppo la differenziazione regionale è troppo evidente oggi. Al di là di quello che la politica deve fare e farà, noi abbiamo il dovere, come ministero, di uniformare, incentivare e anche fare in modo che chi fa più fatica sia aiutato”. Per quanto riguarda i fondi, conclude, “ci sono 40 milioni previsti per l’implementazione del Pon, quelli della Next Generation Eu, i fondi per i test genomici e i quelli strutturali dei Lea. Sono risorse sicuramente importanti”.


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