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Stati generali diabete/ Costi diretti per 14 miliardi dai 4 milioni di pazienti in Italia. Schillaci: Prevenzione e un Registro nazionale

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Con un impatto sul Servizio Sanitario Nazionale di 14 miliardi annui, solo in termini di costi diretti, a cui si aggiungono altrettanti costi indiretti, i circa 4 milioni di italiani con diabete rappresentano oggi un’emergenza sanitaria assoluta. Se si considera che un ulteriore milione di cittadini convive con la patologia senza saperlo, che oltre 3 milioni hanno un alto rischio di svilupparla e che le sue complicanze possono ridurre l’aspettativa di vita in media di 6 anni, appare evidente l’urgenza di mettere in campo azioni in grado di arrestare la crescita del diabete nel nostro Paese. Con l’obiettivo di porre il problema tra le priorità dell’agenda politica italiana e formulare una strategia d’intervento condivisa a livello nazionale, FeSDI – Federazione delle società diabetologiche italiane, Università di Roma Tor Vergata e Intergruppo parlamentare Obesità diabete e malattie croniche non trasmissibili hanno promosso gli Stati Generali sul Diabete. L’evento, organizzato a Villa Mondragone, Monteporzio Catone (Roma), vede la partecipazione di tutti i principali protagonisti del settore: società scientifiche, associazioni pazienti, aziende, società civile, Istituzioni.
Verso un documento programmatico. I delegati sono al lavoro per la stesura di un documento programmatico volto a migliorare prevenzione, diagnosi precoce, monitoraggio, cura e organizzazione dell’assistenza alle persone con diabete in Italia, da consegnare al ministro della Salute Orazio Schillaci. Partendo dalle attuali criticità (disuguaglianze nell’accesso all’assistenza specialistica, scarsa integrazione tra strutture diabetologiche e medicina generale, carenza di risorse umane), il documento intende focalizzarsi su alcuni obiettivi prioritari: potenziare la rete diabetologica, ampliarne il personale, garantire maggiore sinergia tra tutti i suoi nodi, sviluppare la digitalizzazione, sfruttare la professionalità del diabetologo nel suo ruolo di “manager” della cronicità. L’assistenza specialistica ha dimostrato di ridurre la mortalità nelle persone con diabete di quasi il 20%, garantisce alla cura un approccio in team multidisciplinare e multiprofessionale e favorisce un maggior accesso all’innovazione farmacologica e tecnologica, che andrebbe offerta in modo più equo su tutto il territorio nazionale.
«Il diabete è una delle sfide più importanti del nostro tempo ed è una priorità per la salute a livello globale - dichiara Schillaci -. La prevenzione e la promozione di corretti stili di vita sono al centro delle nostre politiche pubbliche e siamo costantemente impegnati per garantire equità nelle cure e per favorire un’assistenza sempre più multiprofessionale ai pazienti, anche attraverso le potenzialità delle nuove tecnologie digitali. L’alleanza tra mondo scientifico, medico, accademico e istituzionale è una sinergia imprescindibile per dare risposte sempre più efficaci e tempestive, all’altezza della crescente domanda di salute».
«Il diabete è una patologia complessa, con un’importante matrice socio-economica - evidenzia Riccardo Candido, presidente FeSDI e AMD -. Le fasce di popolazione più vulnerabili e con i più bassi livelli d’istruzione sono, infatti, quelle più a rischio. Dato il suo pesante impatto, non solo sulla salute e sulla qualità di vita di milioni di cittadini ma anche sulla sostenibilità del SSN, il diabete è chiaramente una sfida così impegnativa che solo una forte alleanza tra tutti gli stakeholder del sistema può cercare di vincere».
«I trend crescenti dei fattori di rischio per il diabete aumentano la complessità della patologia, i rischi di complicanze e il suo trattamento - commenta Angelo Avogaro, Presidente SID e past president FeSDI -. Nonostante gli standard qualitativi della sanità italiana, ci sono carenze strutturali come il numero di diabetologi e infermieri specializzati che richiedono adeguata formazione. Migliorare gli outcome dei nostri pazienti infatti implica diminuire anche la pressione sui costi del Ssn».
«Con la nascita dell’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, l’Osservatorio spin-off IBDO di Roma Tor Vergata - spiega Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’università di Roma Tor Vergata - l’Ateneo ha da tempo avviato un progetto per l’analisi sistematica dell’impatto di diabete e obesità nel nostro Paese. Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi, ma si può ancora fare. Il diabete, con il suo carico sociale, clinico ed economico, rappresenta un modello sul quale riflettere e trovare sinergie operative per una serie di motivazioni che non possono essere ignorate. Siamo infatti in presenza di una vera pandemia».
«Gli Stati Generali – ricorda Massimo Federici prorettore alla Ricerca dell’università di Roma Tor Vergata e coordinatore del Comitato tecnico-scientifico degli Stati Generali sul Diabete - sono uno spazio di dialogo, accessibile ai portatori di interessi collettivi sociali, economici, politici e sanitari sul diabete, e riuniscono tutte le parti sociali, le società scientifiche, le associazioni di categoria e gli esperti, per trovare una strategia comune per portare il diabete al vertice dell’agenda politica del nostro Paese. E nascono da un Patto di legislatura sul Diabete, presentato nel 2022, col chiaro intento di focalizzare una forte attenzione istituzionale su una delle più diffuse malattie croniche non trasmissibili. Soprattutto, gli Stati Generali sottolineano il ruolo chiave delle strutture diabetologiche e a indirizzo endocrino-metabolico e della medicina generale, con l’irrinunciabilità dell’accesso all’innovazione tecnologica, diagnostica, terapeutica, nella cura e nel monitoraggio e la necessità di liberare risorse per garantire la piena accessibilità equa sul tutto il territorio nazionale».
L’impegno del Parlamento. «L’impegno contro il diabete richiede un lavoro comune su più fronti: assicurare ai sanitari formazione e risorse adeguate per prestare la migliore assistenza e diminuire il “carico di malattia”, garantire l’accesso ai servizi, alle terapie e alle informazioni, per tenere sotto controllo i livelli glicemici e rallentare la progressione verso stadi più severi, consentire un accesso equo per tutti alle strutture di diabetologia - dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato -. Come Intergruppo siamo fortemente impegnati verso questi obiettivi, anche attraverso l’impulso legislativo. L’alleanza fra mondo scientifico, istituzioni e pazienti è determinante nel contrasto a questa pandemia». «Il contrasto al diabete necessita di un impegno deciso nel promuovere la diagnosi precoce e la pianificazione dei trattamenti al fine di controllare le complicanze. Come l’obesità, il diabete comporta gravi ripercussioni sulla qualità della vita di chi ne è affetto, e dei suoi famigliari, oltre che un impatto importante sull’economia del Paese, con costi diretti, sociali, economici e clinici e costi indiretti legati alla perdita di produttività - dichiara l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di Anci -. È fondamentale mettere il tema al centro dell’agenda politica secondo un approccio olistico e multisettoriale, volto a garantire alle persone con diabete gli stessi diritti delle persone sane, portando avanti un’alleanza tra tutti i soggetti coinvolti e promuovendo a tutti i livelli di governo la cultura dei sani stili di vita e della prevenzione».
Il focus del ministro della Salute su prevenzione, telemedicina e un Registro . «Le malattie croniche non trasmissibili rappresentano una sfida importantissima per una nazione come l’Italia: aspiriamo a che gli italiani vivano di più ma anche in buone condizioni di salute - ha premesso Schillaci nel suo intervento -. Il diabete è una priorità di livello mondiale e purtroppo è anche in costante crescita nelle nazioni a basso e medio reddito. In Italia sono quasi 4 milioni i pazienti con diabete e molti altri non sanno di averlo: il quadro epidemiologico è complesso e dovuto sicuramente a stili di vita non corretti come alimentazione, sedentarietà e uso rischioso di alcol e fumo. Anche su questo c’è impegno massimo per far sì che le abitudini corrette siano trasmesse fin dalle scuole elementari». Per il ministro l’azione più importante è migliorare la prevenzione, «che vuol dire investire e non spendere - ha ammonito - per permettere ai cittadini di stare meglio e ai sistemi sanitari di risparmiare. Ricordo la dieta mediterranea che io chiamo italiana, un’attività fisica continua: dobbiamo garantire l’acecsso ai servizi sanitari alle persone che convivono con il diabete e ridurre il peso di questa malattia sulla singola persona, sui suoi familiari e sul contesto sociale». Focus anche sulle disparità da superare anche grazie alla telemedicina su cui investe il Piano nazionale di ripresa e resilienza: «Purtroppo ci sono ancora tante disuguaglianze nell’accesso alle cure - ha avvisato -: il capitolo del Pnrr dedicato alla telemedicina può rappresentare un modo per superare le differenze anche tra i singoli territori. Dobbiamo contrastare le disuguaglianze sanitarie e far sì che ci sia parità anche di informazioni pure per le persone con minore scolarità che sono quelle che più facilmente sviluppano il diabete». Con il programma Guadagnare salute coordinato dal ministero si punta a « intervenire proprio sui fattori ambientalie sui determinanti socioeconomici che influenzano molto l’insorgenza delle malattie croniche e avere delle politiche intersettoriali per sviluppare sinergie multidisciplinari negli ambienti di vita e di lavoro. È una sinergia testata - ha proseguito Schillaci -: è stata al centro dell’ultimo Piano prevenzione 2020-2025 e attualmente è in corso il monitoraggio delle attovità di prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, realizzate con i Piani regionali. Siamo fiduciosi che le regioni inviino le documentazioni entro la fine di questo mese». Contano le sinergie europee: «Siamo al lavoro per definire una piattaforma informatica e il disciplinare tecnico per la realizzazione di un Registro nazionale del diabete - ha annunciato ancora il ministro -. Questa implementazione rappresenta un obiettivo della Joint Action Jacadi che è un progetto europeo con l’obiettivo di facilitare lo scambio e trasferimento di buone pratiche tra Paesi partner per identificare gli approcci migliori nella prevenzione e la cura delle malattie croniche, con focus specifico sul diabete». Quanto all’accesso alle prestazioni sanitarie, l’Italia ha una rete capillare di centri e servizi di diabetologia, tra i migliori nel panorama nazionale e tante volte - ha aggiunto - mi dispiace che si parli male del Ssn: se guardate i dati Ocse vi rendete conto come per alcune prestazioni l’Italia è ai primi posti quindi non è sempre vero che il nostro sistema è così malridotto. È chiaro che va migliorato e su questo c’è tutto il nostro impegno anche con una riorganizzazione ma va sicuramente riconosciuta la grande professionalità e qualità degli operatori sanitari che permette con il loro sacrificio di superare le difficoltà organizzative che si concentrano soprattutto in alcune regioni. Questa rete va ulteriormente valorizzata e integrata anche per avere una presa in carico dei pazienti più tempestiva e adeguata».


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