Medicina e ricerca
Malattie cardiovascolari: l’appello alla responsabilità collettiva può salvare 1 milione di vite in Europa
di Lorenzo Mantovani*
24 Esclusivo per Sanità24
Il panorama della salute in Europa è dominato da un nemico silenzioso ma devastante: le malattie cardiovascolari, il killer numero uno. Un recente rapporto commissionato dalla Federazione Europea delle Industrie e Associazioni Farmaceutiche (EFPIA) alla London School of Economics and Political Science (LSE) ha evidenziato il carico socio-economico di queste patologie e ha proposto delle raccomandazioni per contrastare questa epidemia che minaccia la vita di milioni di persone.
Il rapporto definisce l’importanza della prevenzione secondaria e stima che nei prossimi 10 anni in Europa, più di 1 milione di eventi cardiovascolari fatali potrebbero essere evitati se almeno il 70% delle persone con pregressa malattia cardiovascolare controllasse meglio i fattori di rischio rispetto a quanto succede. Queste raccomandazioni, se applicate alla realtà, potrebbero prevenire la morte di quasi 150mila italiani nei prossimi 10 anni, ciò grazie a una corretta gestione del controllo dello zucchero nel sangue, del colesterolo LDL e della pressione sanguigna.
Inoltre, ottenere dal 70% dei pazienti con malattie cardiovascolari una astensione dal fumo, potrebbe prevenire altri 27mila eventi fatali all’anno e quindi 270mila nei prossimi dieci anni. Considerando che nei Paesi in esame nel 2019 ci sono stati circa 1,8 milioni di decessi attribuiti alle malattie cardiovascolari aterosclerotiche, la prevenzione del 5% degli eventi cardiovascolari fatali rappresenterebbe circa 90.000 decessi evitati ogni anno.
L’Italia è tra i sette Paesi europei coinvolti nell’analisi condotta dalla LSE, i cui risultati confermano gli effetti di un’efficace prevenzione secondaria. Un aspetto cruciale nel controllo delle malattie cardiovascolari è la gestione dell’ipercolesterolemia e gli studi clinici dimostrano che il mantenimento dei livelli di colesterolo LDL al di sotto dei valori definiti dalle linee guida internazionali è in grado di ridurre significativamente il rischio cardiovascolare. Tuttavia, la mancata aderenza e persistenza ai trattamenti non consente nella pratica clinica il raggiungimento degli obiettivi terapeutici.
La gestione delle malattie cardiovascolari non è solo una questione di salute pubblica, ma anche di sostenibilità economica. Nel 2021, i sistemi sanitari europei hanno speso oltre 282 miliardi di euro per affrontare queste patologie, con una perdita significativa di produttività e un impatto socioeconomico devastante, alla luce del fatto che circa due terzi dei decessi evitabili per malattie cardiovascolari si verifica appunto nella popolazione in età lavorativa . Questi numeri non solo riflettono un peso finanziario significativo per i sistemi sanitari europei, ma mettono anche in luce le tragiche conseguenze umane, sociali ed economiche dei decessi prematuri, soprattutto tra la popolazione in età lavorativa.
Le raccomandazioni emerse dal rapporto LSE-EFPIA offrono un piano d’azione chiaro e mirato. Dall’ottimizzazione dell’applicazione delle linee guida scientifiche alla standardizzazione dei trattamenti, queste proposte mirano a trasformare l’approccio alla prevenzione e alla gestione delle malattie cardiovascolari in Europa.
La sfida delle malattie cardiovascolari non può essere affrontata isolatamente e un’azione coordinata a livello politico, sanitario e sociale potrebbe contribuire a implementare efficacemente le raccomandazioni del rapporto LSE-EFPIA e a garantire un futuro più sano e sostenibile per l’Europa.
Affrontare le malattie cardiovascolari richiede un impegno collettivo e una visione condivisa per garantire un futuro più sano e prospero per tutti i cittadini europei. L’impegno dei decisori politici, dei professionisti sanitari e della società nel suo complesso è fondamentale per ottenere risultati significativi.
In questo contesto, l’Italia ha il potenziale per guidare il cambiamento e diventare un esempio di eccellenza nella gestione delle politiche sanitarie. Sono convinto che l’adozione delle raccomandazioni del rapporto potrebbe rappresentare un passo importante verso un sistema sanitario sempre più efficace, efficiente, centrato sul paziente e, ora più che mai, anche sostenibile.
*Professore Ordinario di Igiene della Bicocca e Direttore del Laboratorio di Sanità Pubblica dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano
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