Medicina e ricerca
Dengue: implementare le misure di prevenzione e avanti sullo sviluppo dei vaccini
di Emanuele Nicastri*
24 Esclusivo per Sanità24
La Dengue è l’infezione virale trasmessa da zanzare più diffusa al mondo con un’incidenza globale notevolmente aumentata negli ultimi due decenni, ponendo una sfida sostanziale per la salute pubblica. Dal 2000 al 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha documentato un aumento di dieci volte dei casi segnalati in tutto il mondo passando da 500.000 a 5,2 milioni. Il 2019 ha segnato un picco senza precedenti con casi segnalati in 129 paesi. Dopo un leggero calo dei casi tra il 2020-2022 a causa della pandemia da COVID-19, nel 2023 si è osservato un aumento dei casi a livello globale anche in regioni precedentemente non colpite dalla dengue.
Di solito, la sua trasmissione è ciclica e si possono prevedere grandi epidemie ogni 3-4 anni ma si teme che, considerando i primi dati di gennaio e febbraio, nel 2024 tale andamento non sia rispettato. Dall’inizio del 2023, l’incremento esponenziale della trasmissione virale ha portato al picco di oltre cinque milioni di casi e più di 5.000 decessi correlati alla dengue segnalati in oltre 80 paesi/territori e in cinque continenti. Quasi l’80% di questi casi concentrati nella regione delle Americhe.
Nei primi mesi del 2024, secondo i dati aggiornati del PAHO (Pan American Health Organization), un totale di 1,5 milioni casi sospetti di infezione da Dengue sono stati notificati dalle autorità locali con 287 decessi. Le prime 6 settimane hanno visto un aumento del 198% paragonato allo stesso periodo del 2023 e del 283% rispetto alla media degli ultimi anni solo nelle Americhe. Tutti e quattro i sierotipi di virus Dengue, DENV 1, 2, 3 &4, circolano nelle Americhe.
Nella regione europea, la dengue non è endemica e i casi sono principalmente legati ai viaggi. Tuttavia, dal 2010 sono stati segnalati casi autoctoni in diversi paesi della regione, tra cui Croazia, Francia, Israele, Italia, Portogallo e Spagna. Tra gennaio e dicembre 2023 sono stati segnalati casi ed epidemie di casi autoctoni sporadici in tre paesi: Italia (n = 82), Francia (n = 43) e Spagna (n = 3). L’esecuzione di test diagnostici per la dengue in Europa non è routine, a meno che non vi sia una storia di viaggio e un sospetto clinico. Quindi è probabile che il numero effettivo di casi di dengue nel 2023 sia sottostimato. In Italia nella scorsa estate sono stati segnalati 4 focolai autoctoni ed indipendenti l’uno dall’altro: ben 3 di essi nella area metropolitana di Roma e uno in Lombardia nel lodigiano.
Diversi fattori sono associati al crescente rischio di diffusione dell’epidemia di dengue tra cui il cambiamento della distribuzione dei vettori (principalmente Aedes aegypti e Aedes albopictus), soprattutto nei paesi precedentemente naïve alla dengue; il cambiamento climatico che porterà a un aumento delle temperature, a elevate precipitazioni e umidità e a una maggiore efficienza vettoriale; sistemi sanitari fragili nel post pandemia COVID-19; instabilità politiche e finanziarie in paesi che affrontano complesse crisi umanitarie e elevati movimenti di popolazione.
Nella maggior parte dei casi, sino al 75%, la dengue è asintomatica o provoca una lieve malattia febbrile aspecifica. Tuttavia, in alcuni casi si sviluppa una forma grave di dengue, di solito una vasculite, che può comportare anche complicanze di uno o più organi. La forma grave di solito compare nelle infezioni successive alla prima. Infatti, l’infezione con un primo sierotipo fornisce un’immunità protettiva verso lo stesso sierotipo ma solo transitoria agli altri sierotipi. L’infezione successiva a un sierotipo diverso aumenta pertanto il rischio di dengue grave.
Non esiste un trattamento specifico per la dengue, solo sintomatico con antipiretici come il paracetamolo (massimo 3 grammi nelle 24 hr). Mai antinfiammatori o steroidi che possono precipitare il danno da vasculite.
Al fine di contenere i molteplici eventi epidemici, è necessario sviluppare un piano di risposta strategico che affronti i temi della sorveglianza entomologica e delle attività di controllo del vettore anche in proprietà private, della sorveglianza epidemiologica nell’uomo e delle misure di controllo sul paziente con un potenziamento della capacità diagnostica e della comunicazione del rischio alla popolazione che deve passare dal tema della semplice prevenzione della puntura a quello della prevenzione della malattia.
Le misure di prevenzione farmacologica e non, devono essere implementate in tutti coloro che intraprendano viaggi per piacere o per lavoro in aree endemiche. Le misure di protezione personale durante le attività all’aperto includono repellenti topici per la pelle esposta o il trattamento degli indumenti e l’uso di camicie e pantaloni a maniche lunghe. Inoltre, la protezione domestica può includere l’uso di prodotti come aerosol, repellenti, o zanzariere. La reale novità di quest’anno sono i vaccini già in uso e in studio contro la Dengue. Uno di essi si basa su di un virus vivo attenuato. È già disponibile in differenti regioni d’Italia e risulta efficace nel prevenire i casi di dengue da tutti e 4 i sierotipi.
*Direttore della Divisione di Malattie Infettive ad Elevata Intensità di Cura dell’Istituto Spallanzani di Roma
© RIPRODUZIONE RISERVATA