Medicina e ricerca
Giornata mondiale dell'udito: istituire programmi di screening nelle scuole e verso le persone anziane
di Pietro Cino*
24 Esclusivo per Sanità24
È ormai acclarato l'enorme impatto sociale ed economico che i disturbi uditivi avranno sulla popolazione mondiale, tenuto conto dell'invecchiamento e della sempre più frequente esposizione a elevate intensità sonore, a cui veniamo esposti nella vita di tutti i giorni.
In tema di prevenzione si fa ancora poco, per non dire nulla. In letteratura il numero di articoli scientifici che dimostrano la correlazione tra disturbi uditivi e utilizzo scriteriato di dispositivi per l'ascolto della musica tra i giovani è consistente. Recentemente, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica BMJ Public Health Journal , ha evidenziato la stretta correlazione tra ipoacusia indotta dal rumore e i videogamers, sottolineando la necessità di promuovere campagne educative sulla salute uditiva tra i giovani.
Se l'ipoacusia rappresenta una problematica emergente tra i giovani, viceversa è una condizione molto frequente tra gli anziani, di cui circa un terzo ne è affetto e le proiezioni indicano un aumento. Si tratta di una perdita dell'udito che interferisce con la comunicazione, la partecipazione sociale, la qualità della vita dei soggetti affetti. L'ipoacusia può causare isolamento, perdita di autostima, decadimento funzionale e cognitivo e un maggior rischio di caduta.
In relazione a questi ultimi aspetti, secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia, la compromissione dell'udito sembra avere un ruolo importante nel determinare un peggioramento delle capacità cognitive negli anziani, rappresentando quindi uno dei fattori di rischio.
Molto spesso, questa condizione non viene riconosciuta o trattata adeguatamente. Uno dei fattori principali che contribuisce a questo problema è lo stigma sociale associato all'ipoacusia. Tale pregiudizio può influenzare la disponibilità degli anziani ad accettare aiuto, a considerare un'eventuale terapia protesica o a partecipare a programmi di riabilitazione uditiva. Viceversa, può condizionare il modo in cui gli altri si relazionano con le persone anziane con tale disturbo, creando barriere comunicative e discriminazioni.
Per questi motivi, è importante riconoscere precocemente l'ipoacusia nelle persone anziane e offrire loro un intervento adeguato e personalizzato, che preveda l'eventuale utilizzo di apparecchi acustici, il supporto sociale, strategie di"coping" e la collaborazione tra i diversi professionisti sanitari del settore (Medici, Tecnici audiometristi, Tecnici audioprotesisti, Logopedisti).
Per affrontare lo stigma legato all'ipoacusia, è necessario promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione su questo tema, sia tra le persone anziane che nell'opinione pubblica in generale. È altrettanto importante incoraggiare le persone anziane ipoacusiche a non vergognarsi della loro disabilità sensoriale. Infine, è cruciale creare ambienti inclusivi e accessibili per le persone ipoacusiche. In Italia, si sono fatti piccoli passi attraverso l'approvazione della legge 33 del 2023 (Deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane ), ma non è sufficiente.
Al livello globale è urgente individuare piani programmatici di prevenzione dei disturbi uditivi, come evidenziati dall'editoriale pubblicato nell'edizione di febbraio della rivista "The Lancet Global Health" dal titolo: The urgency of identifying global priorities for hearing loss prevention .
È quindi necessario e ineludibile investire risorse finanziarie oggi, per istituire programmi di screening uditivi nelle scuole e verso le persone anziane, sul territorio o a domicilio. Questo ci permetterebbe di risparmiare in futuro sugli ingenti costi derivanti dalle conseguenze dei disturbi uditivi non trattati produrrebbero sull'economia sanitaria mondiale. In altre parole è necessario cambiare mentalità: "Change mindset".
*Presidente Commissione di albo nazionale dei Tecnici audiometristi FNO TSRM e PSTRP
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