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Antibiotico resistenza, ogni anno in Italia 7mila decessi

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La Amr è quel fenomeno che permette ai batteri di sopravvivere e continuare a replicarsi anche in presenza di un farmaco antibiotico potenzialmente efficace. Questo è un fenomeno naturale, dato che i batteri sono, da sempre, abituati a fronteggiare gli antibiotici (spesso prodotti naturalmente da altri microrganismi). Nel corso degli anni, il problema della Amr è stato accentuato da un utilizzo eccessivo e inappropriato degli antibiotici, non solo in campo clinico/terapeutico, ma anche in campo veterinario (soprattutto zootecnico) ed agricolo motivo per cui l’approccio non può che essere one health. Questo sovra-utilizzo dell’antibiotico ha generato una forte pressione selettiva che ha portato all’aumento di ceppi batterici resistenti, mettendo in seria crisi l’efficacia di queste molecole. Così Amcli, l'Associazione Microbiologi clinici italiani.
«Il problema è molto grave dato che gli antibiotici sono farmaci-chiave per la medicina moderna e la loro introduzione sul mercato ha contribuito in maniera sostanziale ad aumentare la qualità e la durata media della vita. Questi farmaci, infatti, hanno sia cambiato la prognosi di molte malattie infettive, rendendo curabili alcune infezioni spesso mortali, sia reso possibili trattamenti medici aggressivi associati ad elevato rischio di infezione. Perdere la possibilità di utilizzare queste molecole perché inefficaci, riportandoci ad un’era pre-antibiotica, significa perdere la possibilità di poter effettuare in sicurezza procedure che oggi consideriamo conquiste importanti della medicina, come interventi chirurgici (anche routinari) in distretti contaminati, impianti di protesi, trapianti, trattamenti immunosoppressivi», spiega Tommaso Giani, professore dell’Università degli Studi di Firenze e segretario del Comitato di studio per gli antimicrobici (Cosa).
Un report sull’Amr, commissionato dal Primo ministro inglese nel 2014, ha stimato che nel mondo, nel 2050, le infezioni da batteri resistenti potrebbero causare circa 10 milioni di morti all’anno, superando i decessi per tutte le altre cause (compresi tumori e incidenti stradali) e con una previsione di costi che supera i 100 trilioni di dollari.
«Il problema dell’Amr è un fatto reale e tangibile che coinvolge tutti i paesi del mondo e rappresenta, quindi, una minaccia concreta alla nostra salute – afferma Pierangelo Clerici, Presidente Amcli-Ets -. In Europa, si calcola che ogni anno si verificano quasi 700mila infezioni sostenute da batteri resistenti agli antibiotici, che causano oltre 30 mila decessi all’anno e sono responsabili di un significativo costo economico (legato soprattutto a trattamenti aggiuntivi e giornate aumentate di degenza), stimato in circa 1,5 miliardi di euro l’anno».
«In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa - ogni anno quasi 300mila pazienti vanno incontro a un’infezione correlata all’assistenza provocata da batteri resistenti agli antibiotici - causando circa 7.000 decessi. I batteri che circolano all’interno delle strutture sanitarie sono tra l’altro spesso in grado di resistere a più classi di antibiotici contemporaneamente (batteri multi-resistenti) e in alcuni casi a tutti gli antibiotici (batteri pan-resistenti)»m afferma Teresa Spanu coordinatrice del Comitato di studio per gli antimicrobici.
Il ministero della Salute ha fatto partire nel 2022 il Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025 (che fa seguito al precedente Pncar 2017-2020) con l’obiettivo «di fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare l’emergenza dell’antibiotico-resistenza nei prossimi anni, seguendo un approccio multidisciplinare e una visione One Health. È importante, infatti, che si realizzi un cambiamento culturale che coinvolga tutti e a cui tutti sono chiamati», ricorda Tommaso Giani
Operatori sanitari, istituzioni e cittadini devono conoscere e prendere coscienza della portata del fenomeno dell’Amr e del fatto che questo importante problema può coinvolgere tutti, sia come vittime che come attori attivi nel propagarla.
Iniziative come la "Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici" del prossimo 18 novembre svolgono un ruolo chiave per informare e riportare l’attenzione sul problema, stimolando la creazione di sinergie tra le diverse figure coinvolte per porre un freno allo sviluppo e alla diffusione della Amr. «In questo contesto, i laboratori di microbiologia clinica italiana svolgono un ruolo essenziale nell’ambito di questa attività, e l’Amcli si dichiara pronta a sviluppare reti di controllo sempre più strette ed integrate e ad aumentare la capacità di diagnosi ed analisi del singolo caso», conclude Clerici.


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