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Giornata mondiale del cuore/ Insufficienza cardiaca, così una nuova terapia riduce la mortalità e migliora la qualità di vita

di Pasquale Perrone Filardi *

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Il 29 settembre è la Giornata mondiale del cuore, dedicata alla consapevolezza delle malattie cardiovascolari, che sono tuttora la più frequente causa di morte nel mondo occidentale. Alla vigilia di questo appuntamento registriamo una buona notizia per un cospicuo numero di pazienti. L'Agenzia italiana del farmaco ha infatti approvato la rimborsabilità di un nuovo farmaco orale in singola somministrazione giornaliera per il trattamento dell'insufficienza cardiaca sintomatica cronica, in pazienti adulti con ridotta frazione di eiezione, stabilizzati dopo un recente peggioramento, che abbia richiesto una terapia per via endovenosa.
In Italia sono circa 600.000 i pazienti affetti da insufficienza cardiaca; si stima che la prevalenza di questa malattia raddoppi ad ogni decade di età e dopo i 65 anni arrivi al 10% circa, con una previsione di crescita media del 2,3% nei prossimi 10 anni. La patologia, causata dall’incapacità del cuore di assolvere alla sua normale funzione contrattile di pompa per garantire l’apporto fisiologico di sangue a tutti i tessuti e organi, ha diverse cause riconosciute: può infatti insorgere in seguito a infarto del miocardio, ipertensione arteriosa o disfunzioni valvolari. I sintomi sono insidiosi e compromettono notevolmente la qualità di vita dei pazienti, come mancanza di respiro, stanchezza, affaticamento, ritenzione di liquidi con gonfiore alle gambe e all’addome e, soprattutto, ridotta capacità di compiere attività fisiche.
Nel corso della vita 1 persona su 5 svilupperà una forma di insufficienza cardiaca e, nonostante i progressi di trattamento, la prognosi di sopravvivenza è paragonabile o peggiore a quella descritta per le neoplasie più aggressive. Infatti, a un anno dalla diagnosi per insufficienza cardiaca, la mortalità si aggira intorno al 30% e l’insufficienza cardiaca rappresenta la principale causa di ospedalizzazione al mondo.
Il peggioramento dell’insufficienza cardiaca, inoltre, ha anche un notevole onere economico. Secondo i dati del Report Pne 2022, nel 2021 sono stati registrati circa 127 mila ricoveri per pazienti con insufficienza cardiaca, con un tasso medio di degenza per ricoveri ordinari pari a 8-10 giorni e un costo per ciascun ricovero di circa 11 mila euro. L’insufficienza cardiaca copre circa il 2% della spesa complessiva del Ssn e l’85% di questa è assorbito dai ricoveri per peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
Per aiutarci è entrata nella pratica clinica una nuova terapia, uno stimolatore della guanilato ciclasi solubile che, grazie al suo meccanismo d’azione innovativo, ha dimostrato nello studio registrativo Victoria, evidenze cliniche di efficacia e sicurezza. Con una singola somministrazione giornaliera, i pazienti già trattati secondo gli standard raccomandati dalle Linee Guida, che vanno incontro a un nuovo peggioramento, potranno beneficiare di questo nuovo farmaco in associazione alla "terapia quadruplice", che prevede l’utilizzo di antagonisti del sistema Renina-angiotensina (RAASi), gli ARNI, i beta-bloccanti, gli anti-aldosteronici (MRA) e gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio (SGLT2i). Con il risultato di ridurre drasticamente non solo la mortalità e le ospedalizzazioni ma registriamo un significativo miglioramento della qualità di vita di questi pazienti.

* Presidente Società italiana di Cardiologia (Sic)


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